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Social Media e Oncologia: pregi (e difetti) di una grande risorsa

Facebook, Twitter, Instagram, LinkedIn e persino TikTok sono diventati parte della vita privata e professionale, anche in campo medico-scientifico.

Hater e VIP malati, da dove nasce tanto odio?

Un fenomeno non soltanto sociale, ma anche sanitario, psichiatrico. E dal punto di vista legale…

TikTok per comunicare la salute: funziona davvero?

Da un’indagine emerge che una parte considerevole dei contenuti non è basata su evidenze scientifiche solide.


La verità, vi prego, su Luc Montagnier

Ascesa e caduta di uno scienziato, dal gotha della comunità medica internazionale ai meme sui social.

Smartphone e social media per una fenotipizzazione digitale in medicina

L’uso massiccio che facciamo dei nostri smartphone e la frequentazione compulsiva dei nostri profili social possono essere funzionali alla costruzione di fenotipi digitali o sociali utili a creare un orizzonte comune tra medico e pazienti in cui inquadrare la malattia mentale ma anche fisica per arrivare a cure più efficaci.


Medici, essere su Twitter per presidiare tutti gli spazi di conoscenza

I medici dovrebbero avere un profilo Twitter, secondo Davide Bennato, docente di sociologia all’Università di Catania. Per seguire i dibattiti della comunità scientifica a livello nazionale e internazionale, ma soprattutto per presidiare questo spazio e prevenire la diffusione di informazioni scorrette e comportamenti poco etici.

Medici su Twitter, disseminazione della ricerca e confronto sui casi clinici

Twitter cambierà la medicina, soprattutto a un livello di diffusione della ricerca. Ne è convinta Silvia Castelletti, cardiologa presso l’Istituto Auxologico di Milano e membro del social media network dell’European Society of Cardiology (Esc).

Twitter dai congressi e per i congressi

La maggior parte dei congressi scientifici prevede un certo grado di presenza su Twitter, spesso attraverso un hashtag di riferimento o la disseminazione in tempo reale dei risultati presentati nel corso delle sessioni. Lo sa bene Antonio Raviele, cardiologo italiano tra i più attivi e seguiti su Twitter e Presidente di “Venice Arrhythmias”.