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Photo by Markos90 / CC BY-SA

Una finale di Champions vinta anche con le parole


Cardiff, 3 giugno 2017. Al Millennium Stadium si sta giocando la finale di Champions League tra il Real Madrid e la Juventus. Il primo tempo è combattuto: dopo il gol del vantaggio di Cristiano Ronaldo, è arrivata la risposta di Mario Mandzukic. All’intervallo le squadre rientrano ed è qui, in particolare nello spogliatoio delle merengues, che cambia la partita.

Il 31 gennaio, infatti, il Real Madrid ha svelato con un tweet il discorso tenuto da Zinedine Zidane ai giocatori durante l’intervallo. Alle telecamere negli spogliatoi siamo ormai abituati da anni, ma è la prima volta che un club decide di rendere pubblico il discorso integrale di un allenatore tra i due tempi di gioco. È una finale, sappiamo che è una partita difficile ma lo è anche per loro”.

Nei primi minuti di gioco la Juventus ha avuto un chiaro vantaggio tattico sulla fascia sinistra, con Alex Sandro e Mandzukic che hanno messo facilmente in inferiorità numerica Carvajal. Il Real Madrid, invece, non riusciva a costruire sulle fasce: i ripiegamenti di Isco non generavano le scalate verso l’esterno di Kroos o Modric. In questo modo la Juve aveva molto spazio per far girare il pallone da un lato all’altro del campo e ha sorpreso ripetutamente il Real con frequenti cambi di gioco.

Il tecnico ha quindi dato indicazioni soprattutto alla difesa chiedendo ai due esterni, Marcelo e Dani Carvajal, di giocare più avanti e di pressare i bianconeri. La cosa più importante per noi è che difensivamente dobbiamo essere più aggressivi. Non aggressivi nel senso stretto della parola, ma coi tempi giusti. Stiamo più stretti, più compatti e più aggressivi quando non abbiamo la palla. Loro giocano con il 4-4-2, con Dani Alves e Mandzukic molto alti. Quello che dobbiamo fare è farli rinculare, come ci è toccato fare a noi. Dobbiamo avere in testa che quando abbiamo la palla dobbiamo avere pazienza, giochiamo, ma dobbiamo essere più veloci e prendere ampiezza con Dani e Marcelo più alti a spingere. Quando abbiamo la palla dobbiamo fare in modo che loro difendano indietro, teniamoli là”.

Fondamentale, dunque, il lavoro degli esterni. Per questo ai centrocampisti ha chiesto di allargare il più possibile il gioco, con continui cambi di campo. Per il resto dobbiamo fare quello che abbiamo studiato in settimana, con Modric e Isco che devono a turno coprire o andare a offendere, sempre con l’idea di un gioco largo e l’inserimento centrale. Il gol arriva così: giochiamo la palla, apriamo sull’esterno, palla in mezzo e arriviamo al centro a fare gol”.

Tornati in campo il Real Madrid ha seguito le indicazioni del suo allenatore e la partita è cambiata radicalmente. La difesa dei blancos, con Marcelo e Carvajal che si sono alzati con maggiore frequenza, ha abbandonato ogni prudenza e ha ritrovato i propri riferimenti, costringendo la Juve a iniziare sempre le proprie azioni dal basso. A centrocampo Kroos e Modrid hanno preso il controllo della partita e Isco, aiutato da Benzema, ha creato continuamente superiorità rendendo difficile il recupero palla per la Juve.

L’unica cosa che dobbiamo fare quindi è mettere più ampiezza e ritmo: non giochiamo tanto al centro, ma sulle due fasce. Su un lato e sull’altro. Poi difensivamente mettiamoci la gamba sempre. E continuate a lavorare. Perché è una finale, ci sarà da soffrire ma sempre con serenità. Noi dobbiamo pensare che il gol arriverà. Andiamo”. Zidane aveva ragione: la partita è finita 4 a 1 per il Real, che ha vinto la sua dodicesima Champions League e ottenuto il record di primo club a vincerne due edizioni consecutive.

Qui il video del discorso.