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Photo by Carine06 / CC BY-SA

Uno tsunami di corruzione si abbatte sul tennis


Il tennis professionistico ha il triplo degli avvisi per scommesse sospette di tutti gli altri sport messi insieme. Mentre Roma ospita in questi giorni uno degli appuntamenti più attesi dagli appassionati italiani, il mondo del tennis si risveglia con la “scoperta” che è in atto da anni uno “tsunami” di partite aggiustate ai livelli più bassi del gioco, ma anche, se può essere di qualche consolazione, che gli organi di governo dello sport non hanno tentato di insabbiarlo.

Secondo il rapporto di una task force indipendente, il tennis ha infatti creato nel tempo un ecosistema favorevole alla corruzione, in modo particolare ai livelli più bassi dello sport e ha bisogno di riforme per combattere il problema. “Il primo dato è che la natura e l’estensione del problema di integrità del tennis è seria e sostanziale, in particolare nei livelli più bassi dello sport”, ha dichiarato l’avvocato Adam Lewis, uno degli autori del report, nel corso della conferenza stampa di presentazione a Londra.

Il panel di investigatori, durante un’inchiesta durata più di due anni, ha intervistato oltre 200 stakeholder del tennis e oltre 3200 giocatori, un lavoro di un certo impegno che ha fatto sborsare all’International Tennis Federation (Itf) una cifra vicina ai 20 milioni di sterline nella speranza di trovare elementi di prova e spunti per risolvere il problema.

Un po’ è la natura stessa del gioco che espone il tennis al rischio di manipolazione, sostiene Lewis: nelle partite si verificano molte cose, tutte potenzialmente oggetto di scommesse. Basta un giocatore per combinare una partita, ai livelli più bassi ci sono match praticamente senza spettatori.

Un’altra delle ragioni dello tsunami della corruzione (termine adoperato dallo stesso Adam Lewis) è stata individuata dal gruppo di esperti nell’espansione dei diritti dei dati in tempo reale ai livelli più bassi e quindi più vulnerabili del professionismo tennistico, per esempio nei tornei Futures in cui la posta in gioco è così piccola che anche vincendo 15.000 dollari di montepremi i tennisti non riescono ad avere margini di profitto. “Centinaia di partite a livello di Futures (sia in singolo che in doppio) non sono giocate in modo equo, con numeri che si riducono man mano che si sale verso i livelli più alti del professionismo”.

I rischi dell’accordo con la società svizzera Sportradar, secondo il panel, non sono stati adeguatamente considerati dall’Itf che ha ceduto senza pensare alle conseguenze ad un’offerta che prometteva di incrementare notevolmente i fondi da destinare allo sport.

Alex Inglot, un portavoce di Sportradar, ha definito la proposta di chiudere l’accordo della società con l’Itf per i diritti sui dati negli eventi Futures “non realistica”, “potenzialmente illegale” e “pesante”. “Il proibizionismo semplicemente non funziona, la proibizione delle partnership sui dati non fermerà le scommesse, in diretta o in altro modo, su queste partite, né rimuoverà il rischio di corruzione … quasi certamente incoraggerà l’attività del mercato nero”.

L’interruzione dell’accordo sui dati è la prima delle 12 raccomandazioni contenute nel rapporto. Un’altra è quella di eliminare le sponsorizzazioni delle società di scommesse.

L’Itf dal canto suo ha annunciato riforme ai livelli più bassi dello sport, istituendo tra l’altro un “tour di transizione” per la stagione 2019 nella speranza di diminuire il numero di giocatori professionisti. Il primo passo di una battaglia per la pulizia che si annuncia lunga e impegnativa ma in gioco c’è la credibilità dell’intero movimento.