“A pochi mesi dell’entrata in vigore della normativa sull’obbligo vaccinale possiamo sicuramente parlare di un successo perché quello che è accaduto è un po’ miracoloso”.
Questa è la valutazione che Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria (Sip), dà a quasi un anno dall’entrata in vigore della normativa sull’obbligo vaccinale promossa dall’ex ministro della salute Beatrice Lorenzin, in una breve intervista a margine del 74° Congresso Italiano di Pediatria, tenutosi a Roma dal 12 al 16 giugno.
“Nonostante le molte difficoltà che questa situazione ha creato dal punto di vista organizzativo perché molti bambini dovevano mettersi in regola con il calendario vaccinale, l’obiettivo è stato raggiunto in quasi tutte le regioni e questo è stato veramente un bellissimo esempio di efficienza del sistema sanitario nazionale”, ha sottolineato Villani.
Secondo la normativa, l’obbligo riguarda 10 vaccini (quelli che l’attuale vicepremier e Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha definito inutili se non pericolosi, scatenando le polemiche): anti tetanica, anti epatite B, anti poliomielitica, anti difterica, anti pertosse, anti Haemophilus influenzae tipo b, anti morbillo, anti varicella, anti rosolia, anti-parotite. A queste si aggiungono quattro vaccini – anti meningococco B e C, anti pneumococco e anti rotavirus – ad “offerta attiva e gratuita”.
“Le coperture vaccinali sono ormai soddisfacenti in moltissime regioni ad esempio nel Lazio si sono raggiunti dei tassi di copertura veramente rassicuranti”, ha proseguito il presidente della Sip, che ritiene quello raggiunto “un risultato che pochi mesi fa sembrava irraggiungibile e veramente molto difficoltoso”.
“Con questo tipo di atteggiamento riusciremo anche a proteggere quei poveri bambini che sfortunatamente avendo dei genitori che non comprendono il valore e l’importanza delle vaccinazioni, saranno protetti da quell’effetto gregge che fanno tanta fatica a capire quando noi cerchiamo di definirlo e di spiegarlo”.
Il presidente della Società Italiana di Pediatria ha sottolineato come, al di là dei vaccini, al congresso si siano affrontati temi che hanno evidenziato come la pediatria andrebbe considerata la “medicina per la vita”.
“Ciò che viene fatto prima del concepimento (…) quello che avviene durante la gravidanza e quello che avviene nei primi mesi di vita segna per tutta l’esistenza l’individuo”, spiega. “È molto importante diffondere quella che viene definita la cultura dei primi mille giorni: avere stili di vita corretti e quindi non fumare, non eccedere con gli alcolici, muoversi, avere delle sane abitudini alimentari, fare le vaccinazioni. Sono tutte situazioni che contribuiscono a fare sì che il bambino stia bene e che si costruiscano i presupposti per la salute di domani, dell’adulto e del vecchio”.
“In questo modo”, conclude Villani, “non solo si fa prevenzione in età pediatrica ma ci si mette in condizioni di evitare quelle disabilità e cronicità che tanto pesano sul sistema sanitario nazionale e che lo mettono a rischio”.