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Ricerca medica, la top10 degli articoli ritrattati nel 2022


Il 2022 è stato un anno che ha portato a molte e importanti nuove scoperte sul fronte della medicina, con dibattiti sugli xenotrapianti e su possibili nuovi vaccini a mRNA. Dodici mesi in cui lo spazio è stato protagonista, grazie a straordinarie scoperte legate all’entrata in funzione del WEBB Space Telescope che ci ha permesso di osservare le galassie più lontane con una altissima risoluzione. È stato l’anno in cui abbiamo dovuto salutare Luc Montagnier e Piero Angela.

Ma è stato anche l’anno durante il quale è emersa in tutta la sua importanza la manipolazione fraudolenta delle pubblicazioni scientifiche su larga scala. A confermarlo è la classifica che ogni anno la rivista “The Scientist” fa delle principali ritrattazioni di studi in ambito medico-scientifico. Può capitare, infatti, che ricerche ingannevoli siano pubblicate anche da importanti riviste, oppure che gravi problemi dello studio compiuti in buona fede possano essere identificati dopo la pubblicazione, anche dagli autori stessi. Ma il 2022 ha svelato che un numero molto alto di ritrattazioni è stato dovuto da un lato alla produzione di documenti fraudolenti da parte di apposite aziende (i famigerati paper mills che producono finti articoli venduti a ricercatori bisognosi di pubblicare) e dall’altro al fiorire di accordi tra autori e la direzione di riviste che aggirano la procedura di peer review.

Un’indagine – condotta da Brian Perron dell’Università del Michigan, dallo studente liceale Oliver Hiltz-Perron e da Bryan Victor della Wayne State University, e pubblicata su Retraction Watch – ha identificato quasi 200 articoli fraudolenti che avevano collegamenti con una società russa chiamata International Publisher. La maggior parte era stata pubblicata sull’International Journal of Emerging Technologies in Learning che quest’anno ha ritirato 30 articoli. Anche Iop Publishing, casa editrice che pubblica riviste nel campo della fisica, lo scorso anno ha ritrattato ben 850 articoli, dopo che Nick Wise, ricercatore dell’Università di Cambridge che studia la dinamica dei fluidi, si è accorto che molti di essi contenevano frasi prodotte da programmi di intelligenza artificiale ripetute un numero impressionante di volte in articoli diversi di gruppi diversi. Quando la stessa Iop Publishing ha iniziato a indagare, ha trovato altre somiglianze che suggerivano che gli articoli provenissero da una delle agenzie che piazzano su riviste anche indicizzate articoli pagati da chi – pagando – riesce a mettere la propria firma sul lavoro. “Sulle riviste pubblicate da Iop Publishing ne sono stati ritirati 850, ma di articoli con questi problemi ce ne sono 10 volte tanti in giro”, ha affermato Wise.

Oltre a ritirare centinaia di articoli dopo aver trovato prove che provenissero da paper mills, nel 2022 sono stati ritirati molti articoli dopo aver trovate le prove della manipolazione del processo di peer review. Su richiesta dello staff editoriale, gli autori, infatti, spesso inviano alla redazione il nome e l’indirizzo e-mail di un “revisore suggerito”, ma l’indirizzo e-mail non è quello corretto e, invece di appartenere al potenziale referee, è gestito proprio dall’autore stesso dell’articolo che provvede a confezionare un parere positivo sul proprio articolo a nome di un ignaro collega. A ottobre2022 la rivista Thinking Skills and Creativity di Elsevier ha ritirato quasi 50 articoli per questo motivo, mentre l’editore Hindawi, da poco acquisito da Wiley, ha annunciato che ritirerà più di 500 articoli usciti su 16 riviste dopo che un’indagine durata mesi ha scoperto che reti di revisori ed editori manipolavano il processo di revisione. Infine, l’International Journal of Electrical Engineering & Education, pubblicato da SAGE, ha ritirato più di 120 articoli alla fine dello scorso anno che presentavano una serie di indicatori di revisione paritaria manipolata e di scarsa qualità.

Se è vero che nel corso del 2022 la ritrattazione di articoli in “blocchi” è aumentata, non sono comunque diminuite le ritrattazioni di singoli articoli. E i motivi sono i più disparati. In Brasile due gruppi di medici specialisti di un grande ospedale universitario hanno seguito lo stesso paziente, che aveva subito lesioni del midollo spinale in seguito a manipolazioni da parte di un chiropratico. Entrambi i gruppi hanno ritenuto che il caso meritasse di essere pubblicato, ma non ne hanno parlato tra di loro. Le due pubblicazioni, uscite una su Neurology e una su Internal and Emergency Medicine, avevano le stesse figure e riportavano gli stessi dettagli del caso. Entrambe le riviste hanno poi ritirato gli articoli. È un caso singolare di duplicate publication: un peccato veniale, se vogliamo, ma che se effettuato in grande scala può amplificare il peso di problemi sanitari.

Che un proprio articolo possa venir ritirato può capitare a chiunque, anche a un premio Nobel. Gregg Semenza, che nel 2019 ha vinto il premio Nobel per la medicina per le sue ricerche degli anni ’90 inerenti il rilevamento dell’ossigeno da parte delle cellule del nostro corpo, quest’anno ha dovuto ritrattare quattro articoli da lui pubblicati in serie su Pnas per la presenza di immagini manipolate. Nonostante la ritrattazione, il danno è stato fatto: i quattro articoli sono stati citati più di 750 volte. La permanenza nei database bibliografici dei record degli articoli fraudolenti è un problema importante: molto spesso gli articoli restano comunque in archivio e la segnalazione del loro ritiro non è sufficientemente evidente da dissuadere altri ricercatori dal leggerli e dal citarli.

Alcune ritrattazioni, però, possono avere anche un lieto fine. Per un corso che stava frequentando, Paul Lodder, studente dell’Università di Amsterdam, voleva espandere un modello pubblicato di ciò che accade nel cervello quando una persona assume droghe psichedeliche. Si è messo in contatto con Rubén Herzog dell’Universidad de Valparaíso in Cile, che per primo ha sviluppato il modello, ma non è riuscito a replicare i risultati. Alla fine, Herzog ha condiviso il codice originale e Lodder ha scoperto perché non riusciva a ottenere gli stessi risultati: il modello conteneva un errore di battitura. In quella che Lodder ha definito “una dimostrazione di estrema integrità accademica dall’inizio alla fine”, Herzog ha ritirato lo studio e ha affiancato Lodder come coautore in una nuova versione dell’articolo con il codice corretto.