Prova a dire quante sono intorno a te le persone adulte in sovrappeso o chiaramente obese. È possibile siano più di quanto pensi. Un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dice che poco meno del 69 per cento degli adulti e quasi 1 bambino su 3 in Europa sono in sovrappeso o convivono con l’obesità. Dietro l’evidenza di questa epidemia c’è un’industria fiorente, quella alimentare. Ma è molto probabile – c’è chi è quasi sicuro – che anche un’altra industria sta traendo vantaggio da questi numeri. In un modo o nell’altro.
Ne abbiamo già parlato qui e qui, ma conviene tornarne a parlare perché le implicazioni dell’emergenza obesità sono tante e molto spesso poco conosciute. Come leggiamo in un importante articolo uscito lo scorso anno sul Lancet, la prevalenza dell’obesità tra gli adulti è aumentata del 138 per cento tra il 1975 e il 2016, con un incremento del 21 per cento tra il 2006 e il 2016. Nello stesso periodo (1975-2016), la prevalenza di sovrappeso e obesità tra i bambini di età compresa tra i 5 e i 19 anni è aumentata di quasi tre volte nei ragazzi e più che raddoppiata nelle ragazze. Inoltre, il sovrappeso e l’obesità sono la causa di 13 diversi tipi di cancro e sono tra le principali cause di morte e di disabilità nella regione europea, causando più di 1,2 milioni di morti all’anno e contribuendo al 7 per cento del totale degli anni di vita vissuti in malattia o con una disabilità.
“La prevalenza dell’obesità tra gli adulti è aumentata del 138 per cento tra il 1975 e il 2016”
Dunque, i dati epidemiologici parlano chiaro. Ma sono davvero eloquenti anche i numeri dei mercati finanziari. “Dopo 100 anni di esistenza relativamente tranquilla come produttore di farmaci per il diabete, un’azienda danese è improvvisamente cresciuta così tanto da ridisegnare l’economia della sua nazione” leggiamo sul New York Times. “Il motivo: Ozempic e Wegovy, due farmaci prodotti da Novo Nordisk che hanno nell’obesità la propria indicazione sono stati dichiarati rivoluzionari”. E c’è da scommettere che molto presto non sarà soltanto questa azienda il solo big player: “Più di mezza dozzina di industrie, da Pfizer e Amgen a società più piccole come Altimmune, stanno lavorando a terapie finalizzate alla perdita di peso” considerandole un importante motore di crescita futura, prevede l’agenzia Reuters. Si tratta di farmaci che, inizialmente sviluppati per il trattamento del diabete di tipo 2, attenuano il desiderio di mangiare imitando l’azione di un ormone intestinale che regola l’appetito.
“Un’azienda danese è improvvisamente cresciuta così tanto da ridisegnare l’economia della sua nazione”
Siamo di fronte a qualcosa di inedito: lascia stupefatti che il successo di Novo Nordisk sia tale da spiegare quasi da solo la recente crescita economica della Danimarca, dando un incredibile beneficio all’economia e alle finanze del Paese. “Nelle ultime settimane – spiega Matt Phillips su Axios – il valore di mercato di Novo Nordisk ha superato le dimensioni dell’intera economia danese. L’impennata del prezzo delle sue azioni l’ha resa la seconda società di maggior valore in Europa, dopo il gruppo di beni di lusso LVMH (Louis Vuitton, Dior, Hennessy e Tiffany). L’ombra dell’azienda è così estesa che gli economisti danesi stanno discutendo se il Paese debba produrre e diffondere un’altra serie di statistiche economiche che escluda Novo Nordisk. In altre parole, c’è Novo Nordisk e c’è il resto dell’economia”. Ma il mercato è in tale crescita che proprio a ridosso dell’articolo uscito su Axios di nuovo la Reuters annunciava che l’azienda danese aveva superato – con una capitalizzazione pari a 424,7 miliardi di dollari – la società francese dei beni di lusso, diventando la prima nel mondo. Addirittura, alcuni economisti danesi temono che il Paese possa diventare troppo dipendente da Novo Nordisk, paragonando il rischio ai problemi vissuti dall’economia finlandese dopo la perdita del dominio di Nokia nel settore dei cellulari. È sicuramente uno sconvolgimento, quello che sta avvenendo nella nazione scandinava, che ha portato grandi benefici a un’impresa ma che ancora non si riflette in vantaggi per la popolazione: non c’è stato infatti un corrispondente aumento dell’occupazione. Negli ultimi cinque anni, Novo Nordisk ha aggiunto 3,4 punti percentuali alla crescita della Danimarca, ma solo 0,1 punti al numero di lavoratori impiegati.
Che un farmaco funzioni e che possa portare benefici alla salute è sicuramente una buona notizia. Ma qualsiasi notizia – buona o cattiva – di questa portata può avere un impatto enorme sulla società nel suo complesso. “Gli analisti del settore hanno avvertito che il crescente uso di farmaci per la perdita di peso come Wegovy e Ozempic – entrambi nomi commerciali di un farmaco chiamato semaglutide – potrebbe cancellare la domanda di prodotti e servizi in un’ampia gamma di settori, tra cui quello alimentare, del fitness e della medicina”. La riflessione di Eshe Nelson sul più importante quotidiano del mondo è convincente: in effetti, potrebbe davvero succedere che dopo essere riuscita a ridurre il proprio peso una persona sia meno motivata ad andare in palestra e decida di lasciar perdere. Allo stesso modo però, è anche possibile che un adulto obeso riduca il proprio peso riuscendo finalmente a trovare la capacità di muoversi e di tornare a fare ginnastica. Se gli effetti socioeconomici di una rivoluzione di questo tipo sono ancora tutti da verificare, c’è da dire che nell’ottobre 2023 John Furner – amministratore delegato della catena di ipermercati Walmart – ha dichiarato che i riflettori accesi sul “problema obesità” che hanno accompagnato il lancio di questi medicinali ha portato a dei cambiamenti nel modo in cui gli americani fanno acquisti, con un “leggero calo del carrello complessivo”. E sono bastate queste parole a provocare un mezzo terremoto nei mercati azionari alimentari e delle bevande zuccherate. Questa volta al ribasso.
“Una maggiore attenzione al proprio regime alimentare potrebbe intaccare i profitti dell’industria alimentare?”
Se realmente fossimo di fronte a una rivoluzione – e c’è chi, come la rivista Time, ne è convinto avendo incluso questi farmaci tra le best inventions 2023 – dovremmo prepararci a conseguenze a diversi livelli e in molti ambiti differenti. L’amministratore delegato di Nestlé, Mark Schneider, ha dichiarato nel corso di un briefing finanziario che l’azienda sta lavorando a una serie di ausili per la salute che saranno indirizzati al crescente numero di persone che utilizzano proprio farmaci come Ozempic e Wegovy. Se i nostri carrelli al supermercato diventano più leggeri, imprenditori come Schneider capiscono come si stia aprendo ancora di più la strada a prodotti di supporto: pensiamo per esempio agli integratori per le persone che stanno dimagrendo o vitamine, minerali e altri nutrienti di cui qualcuno potrebbe aver bisogno nel passaggio a una dieta diversa. Schneider li ha definiti “prodotti di accompagnamento” che potrebbero anche aiutare a “limitare la perdita di massa muscolare magra” e a garantire che il peso perso non venga riacquistato. Una maggiore attenzione al proprio regime alimentare potrebbe intaccare i profitti dell’industria alimentare, ma il Ceo di Nestlé è convinto che il business aziendale non subirà flessioni in quanto continueremo tutti a bere caffè e a dar da mangiare ai nostri cani e gatti, sostenendo i due principali settori di attività dell’azienda.
“Servono politiche comprensive che incidano sui determinanti sociali ed economici”
Tornando ai farmaci miracolosi, se prescritti e assunti in modo appropriato è possibile che si rivelino un’arma importante nel contrasto all’obesità. Servono, però, politiche comprensive che incidano sui determinanti sociali ed economici: un approccio olistico è quello che raccomanda l’Oms. Attualmente però, molti Paesi si affidano prevalentemente a iniziative informative o educative che si sono rivelate costantemente inefficaci; iniziative tutto sommato non difficili da definire, politicamente non controverse e di facile attuazione. Bisognerebbe invece guardare alle esperienze di alcune nazioni a basso o medio reddito che hanno messo in atto politiche nazionali più coraggiose e con maggiore impatto. Forse anche perché meno condizionati dalla pressione industriale, alcuni Paesi hanno disegnato iniziative di successo, che spesso fanno leva sul ruolo di personalità leader presenti nelle comunità, nei quartieri, nei piccoli centri abitati. E quasi sempre i programmi che riescono ad avere un impatto sul sovrappeso e sull’obesità di una popolazione facilitano l’acquisto di frutta e verdura riducendone il costo e riducono il sale, olio e zucchero nei cibi e nelle bevande confezionate.
Le soluzioni sono complesse e richiedono tempo e risorse. E anche in questo caso, in molti pensano che sia necessario ripartire dall’educazione dei bambini e delle bambine. Ancora una volta è la scuola la risorsa più preziosa.