Prevenzione e precisione sono istanze alla base della buona medicina del presente. Ma se ad essere “precisa” è la prevenzione, le due parole diventano il binomio virtuoso su cui costituire la scienza medica del futuro. Lo racconta al Wired Next Festival Antonio Moschetta, ordinario di Medicina Interna all’Università Aldo Moro di Bari e ricercatore Airc.
Non è una novità, almeno fra gli addetti ai lavori, che la buona medicina non è uguale per tutti. Ogni paziente è unico: per età, genere e condizioni di salute, ma anche per caratteristiche genetiche, ambiente, abitudini, preferenze; ed è su queste variabili che cure e terapie devono essere ritagliate.
È la medicina su misura già auspicata da Barack Obama nel gennaio del 2015, quando col suo discorso alla Casa Bianca, lanciava la Precision Medicine Initiative parlando di “right therapy, for the right patient, at the right moment” (la terpia giusta, per il paziente giusto, al momento giusto, ndr) ed ufficializzando un passaggio enorme per la scienza medica, paragonabile, per impatto “epocale”, a quello del primo uomo sulla luna (non è un caso che il suo progetto contro il cancro, basato sulla medicina di precisione e presentato nel giugno 2016 dal vice presidente Joe Biden al congresso dell’American Society of Clinical Oncology, si chiamasse proprio “Moonshot”).
Da certi passi non si torna indietro. Lo dimostra il fatto che la medicina personalizzata è oggi un concetto universalmente riconosciuto dagli addetti ai lavori. E si fa largo l’esigenza di tradurre la stessa consapevolezza in linguaggio non medico e diffonderla ai cittadini, sempre a caccia di notizie sulla salute, ma spesso minacciati da quelle fake news che vorrebbero accreditare rimedi facili e, soprattutto, universalistici.
La medicina di precisione diventa nutrizione di precisione.
Al Wired Next Festival 2018, il luna park dell’innovazione di Wired Italia, Moschetta ha ripreso il concetto di “precisione”, intesa come considerazione della complessità di fattori da cui dipende lo stato di salute di ogni individuo, l’inclinazione di quest’ultimo a contrarre determinate patologie e la sua capacità di risposta alle diverse cure, applicandolo alla prevenzione.
Le stesse valutazioni ad personam, che in medicina di precisione si applicano alle scelte terapeutiche dopo la diagnosi di una determinata malattia, dovrebbero applicarsi anche nell’individuo sano o presunto tale. “Identificare prima il soggetto sano, che pensa di essere sano ma che in realtà è affetto da una patologia, per arrivare in tempo attraverso dei meccanismi sartoriali”. Tutto questo, afferma concludendo il suo wired-talk “per vivere di più, ma soprattutto per vivere meglio perché il cibo è – in prima istanza – la cifra della qualità della nostra vita”.
Ed è così che “la medicina di precisione diventa nutrizione di precisione” e, per analogia, stile di vita di precisione. “Perché cibo, stili di vita, ed esercizio fisico sono gli unici tre fattori in grado di cambiare il nostro libretto di istruzioni, che è già caratterizzato da una serie di eventi correlati al DNA dei genitori, ai batteri che sono in noi e alla stessa alimentazione che abbiamo avuto fino a quel momento”. Tutti eventi che, per tornare ad Obama e al suo speech, potrebbero – se considerati – non essere più fattori in grado di determinare il destino di un individuo.
Resta da capire quando, in che modo e a quale costo, ogni cittadino sarà in condizione di accedere ai dati riguardanti tali fattori e alle conoscenze necessarie ad analizzarli e a trasformarli in valore per la propria vita, non solo in termini di tempo ma di qualità, modificando le scelte in grado di salvaguardare più di altre la propria salute.