×

Pedalare in salute, anche da pazienti


La primavera italiana è contraddistinta anche dalla presenza di una moltitudine di ciclisti amatoriali sulle strade. Sarà la Milano-Sanremo che inaugura la stagione, saranno i ponti del 25 aprile e del Primo Maggio, fatto che sta le consolari e le provinciali sono percorse da migliaia di appassionati di ogni età delle due ruote, “classiche” e, da qualche tempo, anche con pedalata assistita.

Si ripropone purtroppo la questione-sicurezza: in Italia le piste ciclabili non sono diffuse come in altri Paesi del nord Europa e gli incidenti sono ancora frequenti. Ciò non distoglie però gli amanti della bici dall’avventurarsi tra colli e pianure, anche se non si è in piena forma o anche se si è sofferto in passato un qualche problema di salute. D’altra parte, la solidità del Servizio Sanitario Nazionale, nonostante i problemi e le limitazioni di bilancio, fa sì che siano ben più di 2 milioni gli italiani che convivono con una diagnosi di tumore. In particolare, aumentano le diagnosi di tumore ematologico (30.000 l’anno), anche a causa dell’invecchiamento generale della popolazione. Fortunatamente, le speranze di vita migliorano e molte delle malattie un tempo considerate infauste si sono trasformate in croniche.

“Nel dicembre 2021 mi è stato diagnosticato un linfoma non Hodgkin e, da allora, seguendo le indicazioni degli studi più recenti ho iniziato un programma di attività fisica che mi ha notevolmente aiutato nel contrastare gli effetti collaterali della terapia e, spero, la malattia stessa”

Non è un caso allora se Roberto Laudati, medico ematologo presso l’Unità di Ematologia AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, sabato 29 aprile partirà in sella alla sua bicicletta dal Centro Oncoematologico Subalpino di Torino, la sua città, alla volta di Roma, con arrivo al Dipartimento di Onco-Ematologia del Policlinico di Tor Vergata di Roma giovedì 4 maggio. Un viaggio di oltre 700 chilometri, divisi in 5 tappe, per dimostrare la valenza terapeutica dell’attività fisica nelle terapie oncologiche. Un’esperienza che Laudati condividerà in prima persona: “Nel dicembre 2021 – racconta Roberto Laudati – mi è stato diagnosticato un linfoma non Hodgkin e, da allora, seguendo le indicazioni degli studi più recenti ho iniziato un programma di attività fisica che mi ha notevolmente aiutato nel contrastare gli effetti collaterali della terapia e, spero, la malattia stessa. Di qui l’idea della pedalata Torino-Roma, con l’intento di unire idealmente tutti i Centri onco-ematologici italiani e di far conoscere l’importanza dell’esercizio fisico anche durante la terapia per contrastare i tumori”. A conclusione simbolica del raid, sabato 6 maggio mattina Laudati e i suoi amici ciclisti partiranno da Tor Vergata alla volta di piazza San Pietro. Per il lungo percorso verranno utilizzate due biciclette a pedalata assistita, adatte anche a chi inizia a fare attività sportiva durante la malattia; una delle due biciclette verrà utilizzata da Roberto mentre sull’altra si alterneranno alcuni amici sportivi e anche chi vorrà unirsi per dei tratti a questa avventura.

La bicicletta non è solo il prezioso scacciapensieri che fa innamorare tanti di noi, e non da oggi, se per esempio anche l’autore di Sherlock Holmes, Arthur Conan Doyle, scriveva: «Se il morale è basso, e la giornata appare buia, quando il lavoro diventa monotono, quando la speranza sembra quasi non valere la pena di essere coltivata, basta montare in sella a una bicicletta e andare a fare un giro per strada, senza pensare a nient’altro che al viaggio che state facendo». Nel recente passato, Senti chi Parla se n’era già occupato a proposito dell’impresa analoga di un altro medico oncologo, Massimo Di Maio, che a fine agosto 2022 si è reso protagonista di una pedalata in solitaria da Torino a Sorrento in sette tappe attraverso Piemonte, Liguria, Toscana, Lazio e Campania.

Secondo Maria Christina Cox, ematologa presso l’Azienda Ospedaliera-Universitaria Policlinico Tor Vergata di Roma e docente di esercizio fisico adattato nei pazienti con tumore, «l’attività motoria, anche per chi si sottopone alla chemioterapia, è fondamentale non solo per migliorare la qualità di vita dei pazienti ma anche per prevenire gli effetti collaterali delle terapie oncologiche a lungo termine. Un’attività fisica personalizzata sulle caratteristiche del paziente, che nelle prime 8-12 settimane deve essere seguito da un “allenatore esperto”, riesce a restituire buona parte della perdita di efficienza fisica, psicologia e mentale, oltre a porre le basi per la prevenzione di altre complicazioni».
Anche i pazienti oncologici, meglio se guidati da esperti, possono dedicarsi in sicurezza ad esercizi fisici volti a migliorare il benessere, la funzionalità fisica e la qualità della vita, mitigando anche la stanchezza legata alla patologia. L’attività fisica, infatti, riduce ansia, depressione e dolore ed è anche utile per migliorare la qualità del sonno, aumentando il senso di benessere e l’autostima, oltre che per mantenere una certa mobilità e indipendenza. Ovviamente occorre tener presente le condizioni specifiche di ognuno, del tipo di tumore e del trattamento ricevuto o in corso, rivolgendosi sempre al proprio oncologo per capire come e quanto muoversi. Numerosi studi hanno dimostrato che le persone che hanno avuto un tumore e si sono mantenute fisicamente attive manifestano una maggiore aderenza alle terapie, presentano un minor rischio di recidive e un aumento della sopravvivenza, rispetto alle persone inattive.

Sarà possibile seguire la lunga pedalata da Torino a Roma sui canali media dell’Associazione Arcobaleno della Speranza.