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Le 5 diete più assurde


“Quest’anno perdo cinque chili”, “Giuro che quest’anno vado a correre almeno due volte a settimana!”, “Il 2022 per me è l’anno della svolta: cibi sani e movimento”. A quanti di noi sarà capitato di dire – o di sentir dire – frasi del genere? Con l’inizio del nuovo anno, infatti, tanti di noi hanno molti buoni propositi, spesso collegati con l’alimentazione e l’attività fisica. Buoni propositi che spesso tornano fuori prima dell’estate, con l’avvicinarsi della prova costume e l’esigenza di perdere qualche chilo. Il problema, però, è che spesso ci si fida delle diete più assurde, di regimi che promettono grandi risultati in poco tempo.

“Il mondo è pieno di diete strane”

Basta fare una ricerca su internet per imbattersi nelle diete più strane. “Il mondo è pieno di diete strane, pensiamo solo che negli anni ognuno si è inventato una dieta basata solo su un frutto o una verdura, dalla dieta del pompelmo alla dieta dell’avocado. Direi però che le diete che mi hanno colpito di più sono quelle che avevano apparentemente una sorta di scientificità, su tutte la dieta dei gruppi sanguigni”, racconta a Senti chi Parla Giuseppe Fatati, già presidente dell’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica. Un motivo in più per fare attenzione, quando leggiamo o veniamo a sapere di queste diete, è che sono spesso costose, non semplici da seguire, oltre che inutili e pericolose per la salute. “Negli anni ho sentito anche parlare della dieta del missionario e per me resta la più strana in assoluto”, continua Fatati. “Andava di moda qualche anno fa e consisterebbe nel mangiare come i missionari, quindi solo verdure e possibilmente non troppo lavate perché i missionari non dovevano contaminare con le mani e con ciò che è mortale il cibo”. Ma come proteggersi da tutte queste diete che fanno promesse miracolose? La risposta è semplice: ricordare sempre che nel campo della nutrizione il miracolo non esiste. Una volta che abbiamo ben chiaro questo concetto fondamentale per cui siamo sicuri di non prenderle troppo sul serio (e soprattutto di non seguirle!), cercare le diete più assurde può anche essere divertente. Queste sono le nostre preferite.

1. Baby food diet

Non potevamo non iniziare questa classifica con la Baby food diet, il cui nome potrebbe già aiutarci a capire di cosa si tratta: è un regime alimentare che consente di perdere peso consumando solo ed esclusivamente gli omogeneizzati di carne, pesce e frutta frullata destinati solitamente ai bambini. Ebbene sì, avete letto bene: solo omogeneizzati. Nello specifico 14 al giorno, uno per la colazione, uno per lo spuntino e cinque ciascuno a pranzo e cena. Questa dieta l’ha ideata la personal trainer di Madonna e Gwyneth Paltrow, Tracy Anderson, e oggi è considerata la dieta dei vip per eccellenza essendo seguita da star del calibro di Lady Gaga e Jennifer Aniston. Consentirebbe di perdere ben 9 chili in sole 6 settimane partendo da tre presupposti: il primo è che se l’omogeneizzato è adatto ai bambini vuol dire che è sicuro e che non può fare male agli adulti, il secondo è che sono quasi sempre privi di sale e zuccheri aggiunti e il terzo è che si tratta di pranzi comodi, non bisogna cucinare e possono essere portati comodamente anche in borsa. La dieta delle persone famose presa a modello non è una novità. Pensiamo a Lord Byron, poeta romantico inglese famoso anche per la sua vita privata scandalosa. È stato proprio lui una delle prime icone della dieta e ha dato inizio all’ossessione del pubblico di perdere peso come i personaggi famosi. Byron nei primi anni del 1800 utilizzava la dieta all’aceto per purificare il suo corpo, ogni giorno beveva aceto e mangiava patate impregnate d’aceto. Gli effetti collaterali? Vomito e diarrea.

2. Dieta degli occhiali blu

Anche in questo caso il nome è già abbastanza intuitivo. Questa dieta prevede obbligatoriamente che si indossino occhiali dalle lenti blu ogni volta si mangi. La teoria su cui si basa questa dieta è che la tonalità blu agisca come soppressore dell’appetito, perché pochi alimenti sono naturalmente di quel colore. I cibi blu, infatti, esistono, ma non sono tanti. Basterebbe, quindi, indossare un paio di speciali occhiali blu, sviluppati in Giappone e messi in vendita a un prezzo di circa dieci dollari, per farsi passare l’appetito e, quindi, dimagrire. I produttori hanno affermato, inoltre, che gli occhiali “calmano l’eccitazione del cervello” quando chi li indossa si trova di fronte a cibi ingrassanti. Questa dieta chiaramente non funziona, ma il principio su cui si basa non è del tutto sbagliato. Sono stati fatti degli studi per cui nel mangiare vengono stimolati tutti e cinque i sensi e non, come spesso si potrebbe pensare, solo il gusto. Anche la vista, quindi, influenza in modo decisivo i nostri giudizi. Quante volte ci è capitato di scegliere al ristorante un piatto piuttosto che un altro perché abbiamo buttato l’occhio al tavolo vicino e un piatto ci sembrava bello per i colori, la dimensione e le forme?

3. Dieta Shangri-La

Forse il nome Shangri-La vi ricorda qualcosa. Il termine, infatti, è stato ripreso dal romanzo “Orizzonte perduto” di James Hilton, è una antichissima e segreta città immaginaria popolata da saggi provenienti da ogni parte del mondo, una utopia di felicità e longevità. La dieta è stata chiamata allo stesso modo perché si basa su un concetto semplice: mangiare il cibo che ci piace di più, che riteniamo più affine a noi e che ci fornisce migliori sensazioni. C’è però un accorgimento da prendere: ingerire l’equivalente di 400 calorie bevendo olio extravergine di oliva o acqua zuccherata nell’arco di due ore, tempo in cui non bisogna entrare in contatto con nessun altro cibo, gomme da masticare, fumo di sigaretta. Secondo la teoria del dietologo americano Seth Roberts – l’inventore di questa dieta – il corpo associa i sapori alle calorie e per questo motivo quando ci sono sapori che ci piacciono si rischia di diventare obesi. Bevendo invece olio d’oliva o acqua zuccherata si “insegna” al corpo ad assumere calorie senza associarle al sapore. Quindi sì, possiamo mangiare ciò che ci piace ma comunque è una dieta della felicità un po’ limitata (almeno per le due ore in cui siamo costretti a bere olio extravergine di oliva).

4. Dieta della zuppa di cavolo

La dieta della zuppa di cavolo è una di quelle che promette miracoli: una perdita di peso di almeno 5 chili in una sola settimana. Sette giorni, però, durante i quali si dovrà mangiare, in quantità potenzialmente illimitate, soltanto una zuppa di cavolo preferibilmente piccante (in poche occasioni accompagnata da altri alimenti specifici). Secondo i fautori di questa dieta, i benefici della zuppa di cavolo si basano sulle qualità depurative di questo alimento che genera una sensazione di sazietà, è ricco di vitamine e minerali e aiuta a bruciare calorie. Le sue origini sono sconosciute ma probabilmente risale agli anni ’50, periodo in cui si sono affacciate in Italia dagli Stati Uniti moltissime proposte dietetiche (non molto serie a dirla tutta). È poi diventata famosa negli anni ’80 con il nome di “faxlore”, perché si diffuse viralmente attraverso le persone che ne condividevano la ricetta via fax. La dieta è ancora oggi inspiegabilmente molto popolare, ma siamo sicuri che la dieta della zuppa di cavolo non sia piuttosto una dieta del cavolo?

5. Dieta Fletcherizing

Ai primi del Novecento l’americano Horace Fletcher lanciò la dieta Fletcherizing, o più nota come dieta “mastica e sputa”. Questo regime alimentare, che già da subito ebbe fra i suoi seguaci grandissimi scrittori come Henry James e Franz Kafka, prescriveva di masticare i vari cibi per un numero determinato di volte (ad esempio, uno scalogno doveva essere masticato 700 volte!) ma di inghiottirne solo la parte liquida sputando il resto. Oggi questa dieta molto particolare ha subito una piccola variante: non si sputano più i cibi, ma bisogna masticare completamente l’alimento che si mangia prima di ingoiarlo tenendo la testa all’indietro per far scivolare il boccone lungo la gola. Altro accorgimento: anche i liquidi vanno masticati e non bisogna mangiare nulla quando si è tristi o arrabbiati. Come fare per sapere se la dieta funziona? Se gli escrementi odorano di biscotto siete sulla strada giusta.

Insomma, come avete visto di diete strane ce ne sono tante. Il problema però, è che se seguite davvero possono essere perfino dannose. Secondo uno studio del Global Burden of Disease pubblicato sul Lancet, una cattiva alimentazione può associarsi fino a 11 milioni di morti l’anno (dati riferiti al 2017). In particolare, le morti sono per la grande maggioranza attribuibili a malattie cardiovascolari (10 milioni), tumori (913 mila) e diabete di tipo II (339 mila), con le principali carenze che riguardano i cereali integrali, il latte e la frutta a guscio, mentre gli eccessi maggiori si registrano per bevande zuccherate, carne processata e sale. In questo senso appare evidente come migliorare quello che portiamo in tavola debba essere un imperativo, limitando gli eccessi e aumentando i consumi a seconda delle esigenze. “L’alimentazione sul nostro benessere influisce tantissimo e in vari modi”, conferma Fatati. “Ad esempio, se si segue una dieta troppo ricca di carboidrati si mette in pericolo l’assetto glicometabolico. Ma anche una dieta che non dà soddisfazione può creare problemi, favorendo stress o addirittura sintomi depressivi”.

“La forma è sostanza e cambia il modo in cui una persona si avvicina al cibo”

A influire sullo stato emotivo di una persona non è solo l’alimentazione in sé e per sé. Influiscono anche il modo in cui si mangia, i colori (a proposito della dieta degli occhiali blu), la presentazione del piatto. Pensiamo alla differenza tra un apericena – che oggi va molto di moda – e una cena. Gli apericena sono tutti uguali, serviti in piatti di carta e spesso mangiati in posizione scomode. Il risultato è che non c’è qualcosa che dà gratificazione dal punto di vista sensoriale. Al contrario in un ristorante i piatti hanno colori vivaci, sono rifiniti, possono esserci un centrotavola o dei fiori sul tavolo. “La forma è sostanza e cambia il modo in cui una persona si avvicina al cibo. Se si è appagati, non solo dal cibo ma anche dal contesto, probabilmente si mangia anche di meno perché si cerca di avere gratificazione dalla quantità”, prosegue Fatati.

Dunque, se ci si vuole mettere a dieta cosa conviene fare? Per la maggior parte delle persone la soluzione è semplice buon senso: ridurre le calorie in entrata e magari aumentare quelle in uscita. Insomma, un po’ meno cibo e un po’ più attività fisica. “Se una persona pensa di poter intraprendere da sola una dieta perché ci sono errori grossolani visibili – come il fatto di mangiare dolci a ogni pasto o quantità elevate di carboidrati – il consiglio che posso dare è di intercettare l’aumento di peso in una fase dinamica perché mentre sta aumentando è più facile arrestare il processo, mentre se passa troppo tempo si fatica tanto. Altrimenti è necessario affidarsi a dei professionisti della salute che siano veramente tali e non a chi promette miracoli. Non bisogna cercare il facile risultato, ma essere consapevoli che cambiare i propri comportamenti alimentari non è un percorso semplice e richiede tempo e impegno”. Una buona soluzione può essere porsi obiettivi reali: ad esempio indicare a quale taglia si vuole arrivare piuttosto che il numero esatto di chili da perdere. In questo modo, quando raggiungiamo man mano gli obiettivi abbiamo una grande gratificazione e di conseguenza continuiamo a impegnarci.

“La dieta va tagliata sulla persona, è come un abito”

“La dieta va tagliata sulla persona, è come un abito. Ognuno di noi ha i propri comportamenti e il proprio vissuto e l’errore che tutti facciamo è pensare che una dieta possa andare bene per tutti”, conclude Fatati “In realtà tutte le diete possono andare bene per una persona e una dieta può non andare bene per nessuno”.