Era già tutto previsto. La pandemia di Covid-19, le mascherine, la paura del contagio, gli ospedali al collasso, i morti, il crollo dell’economia. Ma a prevedere tutto questo non è stato – che so – l’editoriale di un medico sul prestigioso British Medical Journal oppure un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il libro di uno studioso o magari il lavoro di un reporter d’assalto. No. Lo hanno previsto i Simpson. E una veggente. Su questo il “popolo del Web” non sente ragioni, eh.
Quando Bill Oakley e Josh Weinstein, sceneggiatori dell’episodio 21 della quarta stagione della serie animata “I Simpson” andato in onda nel maggio 1993, raccontavano di una epidemia di influenza giunta a Springfield da Osaka, non immaginavano certo che nel 2020 sarebbero stati bollati come profeti di sventura. Una definizione verso la quale forse sarebbe più bendisposta Sylvia Browne (al secolo Sylvia Celeste Shoemaker), scrittrice e sedicente medium prematuramente scomparsa nel 2013 che in un suo libro del 2012 scriveva più o meno: “Entro il 2020 diventerà prassi indossare in pubblico mascherine chirurgiche e guanti di gomma a causa di una epidemia di una grave malattia simile alla polmonite”.
Ma perché milioni di persone in giro per il mondo si ostinano a ritenere più degne di fede strane coincidenze o bizzarre teorie del complotto che non le autorità sanitarie o politiche? La colpa, secondo gli esperti, è di un altro fenomeno pandemico: la cosiddetta “infodemia”. Ognuno di noi è letteralmente bombardato da informazioni – nello specifico sulle cause, le caratteristiche e lo sviluppo dell’epidemia di Covid-19 – confuse, contraddittorie e spesso deliranti e questa causa in molti una profonda frustrazione. A quel punto chi ha scarso senso critico, scarse conoscenze scientifiche oppure per motivi ideologici o politici è attratto da sempre dalle varie teorie del complotto finisce per dare credito a questa o quella diceria, non importa quanto improbabile. Un’indagine eseguita da Gallup International in 28 Paesi ha svelato che i fan più “scatenati” delle teorie del complotto sull’origine dell’epidemia di Covid-19 per esempio sono i cittadini bulgari (oltre il 50 per cento degli intervistati, contro una media europea del 20 per cento), vai a capire perché. Del resto non è un dato poi così inquietante, se si pensa che un’indagine di YouGov ha mostrato che negli Stati Uniti oltre il 40 per cento degli elettori repubblicani crede che Bill Gates progetti di utilizzare il vaccino anti Covid-19 per inoculare in miliardi di persone un microchip per il controllo a distanza della popolazione.
Segreti, complotti, cospirazioni: ma quali sono le teorie più incredibili tra quelle associate alla pandemia causata dal virus SARS-CoV-2? Abbiamo accennato a quella rilanciata dallo youtuber ultraconservatore Jordan Sather, che in linea con le posizioni della cosiddetta QAnon ritiene che dietro alla pandemia ci sia la volontà di dominio di una vera e propria setta di satanisti pedofili liberal (tra i quali appunto Bill Gates, Hillary Clinton, Barack Obama, Oprah Winfrey, Tom Hanks, Ellen DeGeneres, Papa Francesco (!!!) e ovviamente George Soros) che trama contro il Presidente Donald Trump. La più diffusa teoria del complotto a livello mondiale è però probabilmente quella legata al 5G, il nuovo standard di comunicazione wireless che – già prima della pandemia – è ritenuto da molti “pericoloso per il sistema immunitario”.
Secondo i sostenitori della teoria, una delle prove più schiaccianti è nelle nuove banconote da 20 sterline, dove secondo loro sarebbero stampati “chiari riferimenti alle antenne 5G e al virus”. La teoria è stata declinata in due ipotesi: quella che il 5G ci renda in generale più vulnerabili alle malattie (e quindi anche alla pandemia di COVId-19) e quella, davvero incredibile, che addirittura verrebbe usato dai virus SARS-CoV-2 per comunicare o li attrarrebbe come fa la luce con le falene. Questa ipotesi a dir poco fantasiosa nasce da un oscuro articolo scientifico caricato nel 2011 sulla piattaforma open access arXiv.org da alcuni fisici della Northeastern University di Boston e uno dell’Università di Perugia secondo cui i batteri (e non i virus) potrebbero essere in grado di comunicare attraverso segnali elettromagnetici. Ma allora – hanno ribattuto i debunker – perché per esempio in Iran, dove non esiste il 5G, l’epidemia è stata particolarmente violenta? Semplice, hanno ribattuto i complottisti: in Iran è stato diffuso come arma biologica un ceppo più aggressivo di Sars-CoV-2 prodotto dall’esercito israeliano in combutta con gli Stati Uniti.
Nelle prime fasi della pandemia ha avuto una diffusione globale un video in cui una presunta abitante di Wuhan, la città cinese in cui si è registrato il primo outbreak significativo di Covid-19, mangiava di gusto una zuppa di pipistrello: tale episodio sarebbe stata l’occasione per il “salto di specie” da parte del virus, il fenomeno che rende così pericolose le zoonosi (da non perdere a tal riguardo lo splendido saggio di David Quammen “Spillover”, edito da Adelphi) e che quindi avrebbe dato il via al contagio tra umani. La donna, che si chiama Wang Mengyun, è in realtà una food & travel vlogger e ha girato il video incriminato in un’isola dell’arcipelago di Palau tre anni fa: nonostante non esista alcun legame tra la sua zuppa di pipistrello e l’epidemia di Covid-19 la donna, spaventata dalle minacce ricevute, ha sentito il bisogno di scusarsi in un messaggio pubblico.
Sono però davvero in pochi – nella popolazione in generale e anche alla Casa Bianca – a credere che Covid-19 sia una zoonosi: la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica è convinta infatti, non si sa in realtà su quali basi, che la malattia sia causata da un virus creato in laboratorio e poi a) sfuggito di mano; b) diffuso volontariamente dal governo della Repubblica Popolare Cinese; c) diffuso volontariamente dal governo degli Stati Uniti.
Più che teorie del complotto vere e proprie, le polemiche – spesso paradossali più che feroci – sulla reazione di questo o quel governo mondiale alla pandemia, sulle indicazioni date alla popolazione e sulla diffusione dei dati sull’andamento di contagi, ricoveri ospedalieri e decessi sono parte del dibattito politico e come tali non verranno elencate in questo articolo. Con una eccezione: l’esilarante fake news secondo cui il Presidente della Russia Vladimir Putin avrebbe dato ordine di liberare branchi di leoni per le strade per impedire ai cittadini di violare il lockdown. Hic sunt leones, dicevano gli antichi. E le cose a quanto pare da allora non sono cambiate poi molto.