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Covid-19: tutti i segreti dei nuovi vaccini


Dopo il gigantesco sforzo scientifico, industriale e logistico che ha portato alla campagna di vaccinazione di massa svoltasi lungo tutto il 2021 e parte del 2022 – in piena pandemia di covid-19 – la ricerca già da qualche mese sta affrontando una nuova sfida, non meno complessa e densa di incognite. Produrre vaccini efficaci contro le nuove varianti del virus Sars-CoV-2 emerse recentemente e/o un unico vaccino più “generico” in grado di bloccare le attuali varianti e anche tutte (o quasi tutte) quelle che si svilupperanno in futuro. Le aziende farmaceutiche di tutto il mondo si sono lanciate con determinazione e senza badare a spese nella corsa ai nuovi vaccini per il covid-19. Prova ne è che la “pipeline” a giugno 2022 vedeva ben 353 vaccini in fase di sperimentazione: di questi 38 già testati in trial di fase I, 38 in trial di fase I-II, 39 in trial di fase III e 9 in trial di fase IV.

“A giugno 2022 erano ben 353 i nuovi vaccini in fase di sperimentazione”

Per essere aggiornati sugli esiti delle diverse sperimentazioni in corso e sull’inizio di altre, esistono diversi strumenti preziosi. Uno è il Covid-19 vaccine tracker and landscape dell’Organizzazione mondiale della sanità, che fornisce informazioni dettagliate su ciascun candidato vaccino per il covid-19 in fase di sviluppo, monitorando i progressi attraverso la pipeline in tempo reale. Stesso scopo ha il suggestivo tracker messo a punto dal Vaccine centre della London school of hygiene & tropical medicine.
Uno strumento simile è messo a disposizione da l’organizzazione internazionale Biotechnology, ma qui oltre ai vaccini abbiamo anche la pipeline aggiornata su base settimanale dei farmaci anti covid-19 in sperimentazione.

Katherine O’Brien, Direttore del Department of Immunization, vaccines and biologicals dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha dedicato a questi temi un video tutorial. Particolare interessante, non tutti questi vaccini sono iniettabili: alcuni sono spray nasali e uno è somministrabile mediante cerotto transdermico. Ma oltre a questo cosa si sa di questi vaccini sperimentali? Cosa ci riserva il futuro prossimo per la lotta al COVID-19? La collaborazione tra l’azienda biotech Arcturus Therapeutics di San Diego e la Duke-NUS Medical School di Singapore ha portato allo sviluppo di 3 nuovi vaccini a mRNA denominati ARCT-021, ARCT-154 e ARCT-165. I dati preliminari hanno mostrato la capacità di produrre una risposta anticorpale in grado di neutralizzare il virus Sars-CoV-2 in numerose varianti, compresa omicron e l’azienda ha quindi avviato la richiesta di approvazione d’urgenza del vaccino per l’immissione sul mercato in Asia e negli Stati Uniti. In Cina, l’Accademia Militare delle Scienze Mediche, la Abogen Biosciences e la Walvax Biotechnologies hanno unito gli sforzi per sintetizzare il primo vaccino a mRNA cinese: ARCoV è attualmente in fase III.

“C’è solo un problema. Non sappiamo come farlo”

Ma la corsa forse più affascinante dal punto di vista scientifico – e anche finanziario – è quella al “pan-vaccino” contro il covid-19, cioè un vaccino in grado di bloccare future varianti e prevenire lo scatenarsi di nuove ondate pandemiche. Decine di organizzazioni senza scopo di lucro, agenzie governative e multinazionali farmaceutiche hanno reso questa branca della ricerca una priorità assoluta, come spiega un approfondito reportage di “Nature”. Strutture chimiche, meccanismi di funzionamento e strategie di somministrazione in esame sono diverse, e includono sia tecnologie basate su mRNA che su nanoparticelle proteiche. Alcuni vaccini candidati hanno come target la proteina spike che consente ai coronavirus di entrare nelle cellule ospiti, mentre altri sono diretti contro altre parti del proteoma virale. Alcuni mirano ad aumentare solo le risposte anticorpali, altri si concentrano anche sull’immunità cellulare.

Molti ricercatori però pensano che ci siano ancora troppe incognite immunologiche su come “tenere a bada” il virus per scommettere sulla sintesi di un “pan-vaccino” per il Sars-CoV-2. Decenni di tentativi falliti di sviluppare vaccini universali per l’influenza e l’HIV – altri due virus altamente mutevoli – inducono, se non al pessimismo, perlomeno alla cautela. “Ciò che vogliamo generare è un’immunità ampiamente protettiva e duratura, idealmente per tutta la vita”, afferma Wayne Koff, CEO di Human vaccines project. “C’è solo un problema. Non sappiamo come farlo”.