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#Restateacasa contro la Covid-19, per proteggere voi ma anche chi è più fragile


Jacopo Yuri Grasso è un paziente oncoematologico di 29 anni. Da 11 affronta non solo le sue due malattie, un linfoma di Hodgkin ed un linfoma non Hodgkin, ma anche le pesanti cure che, se gli permettono di vivere e gli hanno consentito di studiare, laurearsi, fino a trasformare il suo talento per il design di automobili in un lavoro, e persino di scrivere un libro, dall’altro lo rendono fragile e più vulnerabile ad attacchi di virus e batteri.

Jacopo infatti è uno di quegli “immunocompromessi con patologie pregresse” di cui parlano i giornali in questi giorni quando elencano le persone colpite più duramente dalla Covid-19: contagiarsi per lui sarebbe molto pericoloso perché ha meno difese naturali e il virus potrebbe sconvolgere il delicato equilibrio su cui si regge la sua salute.

Di persone “fragili” come lui ce ne sono molte. Persone che oggi, se contagiate, rischiano di non poter essere curate in modo opportuno in questo momento di sofferenza per il nostro servizio sanitario, già quasi al collasso.

Ho passato centinaia di giorni in stanze sterili di pochi metri quadri, potendo salutare i miei genitori, mia sorella, i miei amici solo attraverso un vetro.

Per proteggersi Jacopo si è rifugiato nella sua casa in montagna, allontanandosi da Milano e dalle zone dove l’emergenza è più forte e il rischio più alto. Eppure neanche lì si trova al sicuro: le montagne sono state prese di assalto da chi, in fuga dalle “zone rosse”, ha trasformato la quarantena in una lunga settimana bianca, portando il pericolo anche su quelle cime.

Nei giorni scorsi, Jacopo ha realizzato un videomessaggio (e ha voluto condividerlo con noi) rivolto alle coscienze dei cittadini italiani, affinché decidano attraverso le proprie scelte quotidiane di proteggere, con loro stessi, anche le persone le cui vite dipendono da tali scelte.

Io di quarantene me ne sono fatte tante (…). Ho passato centinaia di giorni in stanze sterili di pochi metri quadri, potendo salutare i miei genitori, mia sorella, i miei amici solo attraverso un vetro”, ricorda. “E quando finalmente potevo uscire da quelle piccole stanze sterili, il problema non era più la malattia, il rischio erano i virus e i batteri”. A proteggere Jacopo finora, oltre a enormi precauzioni e attenzioni, è stato la cosiddetta “immunità di gregge” che ha esteso a lui la protezione dei vaccini fatti da altri.

Queste scelte mettono a rischio voi, i vostri genitori, i vostri nonni, i vostri figli e i vostri futuri nipoti. Mettono a rischio il sistema sanitario di oggi e quello di domani.

A oggi, purtroppo, il vaccino contro la Covid-19 ancora non c’è. E se non c’è per voi, che salvaguardate me e tantissime persone come me, per noi viene meno il diritto alla vita e alla sopravvivenza”, prosegue. “Ma svuotando i supermercati e affollando treni e aerei per scappare da una paura più che lecita di un nemico invisibile e trasformando le zone rosse in settimana bianca, non faremo altro che peggiorare la situazione”.

Per questo spiega, sono fondamentali le nostre scelte quotidiane. “Scelte che non mettono a rischio soltanto me e quelli come me con patologie pregresse e gli anziani e tutte quelle altre categorie che vengono citate per farvi sentire meglio, più al sicuro. Queste scelte mettono a rischio voi, i vostri genitori, i vostri nonni, i vostri figli e i vostri futuri nipoti. Mettono a rischio il sistema sanitario di oggi e quello di domani”.

La storia di Jacopo
La sua storia, Jacopo la racconta in un bellissimo “Diario” che ha scritto poco prima di sottoporsi a un trapianto. È un libro, spiega lui stesso, che “non volevo scrivere, non avrei voluto scrivere, non avevo mai pensato di scrivere”, ma che alla fine ha tirato fuori per sfogarsi dopo gli ennesimi episodi di bullismo online contro di lui.

Anche se si chiama Diario, “In realtà non è stato scritto giorno per giorno, è stato scritto in una sola giornata”, spiega. “Il diario di una giornata che racchiude i quattro anni precedenti. Una delle giornate più ricche di ricordi, sensazioni, emozioni e necessità di buttare fuori tutto. Il diario di uno sfigato, sfigato sia nella salute che nella vita sociale, di uno sfigato che, in quella giornata di sfogo, decide finalmente di dichiarare il suo amore per una ragazza. Lei ancora non lo sa, lo saprà solo se deciderà di leggere il libro”.