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Photo by Vaping360 / CC BY

Ancora fumo nero intorno al vaping


Il vaping è un fenomeno in esplosione, ma la diffusione e la moltiplicazione dei cosiddetti next generation products creano spesso confusione in chi decide di approcciare con le famigerate “sigarette elettroniche”.

Ma di cosa stiamo parlando in realtà?  Una sigaretta elettronica è sostanzialmente un dispositivo alimentato da una batteria attraverso il quale si può inalare vapore che deriva dal riscaldamento (e non dalla combustione) di un liquido che può contenere o meno nicotina, in una miscela composta da acqua, glicole propilenico, glicerolo ed altre sostanze, tra cui gli aromatizzanti.

Un’ingegnosissima campagna di marketing ha portato il vaping e le e-cig ben lontano da quella che doveva essere la funzione originaria, ossia aiutare i tabagisti a liberarsi dalla loro dipendenza. Un successo fatto di cifre da capogiro, le cui dimensioni pongono ora la necessità di affrontare senza indugio importanti problematiche dal punto di vista medico-scientifico.

Piccoli, con un design accattivante, ricaricabili, facili da usare, e poi profumano: sono perfetti per la ‘generazione smartphone’.

La diffusione del fenomeno è impressionante”, spiega, in un concitato TedMed, Suchitra Krishnan-Sarin psichiatra alla University School of Medicine di Yale, esperta in dipendenze. “Le e-cig, si stanno vendendo come fossero caramelle. Quest’anno il mercato raggiungerà i 26 miliardi di dollari di vendite in tutto il mondo e si stima che nei prossimi sei anni tale volume raddoppierà”.

La situazione è ancora più rilevante se si pensa che il consumo di questi prodotti è rapidamente cresciuto in particolar modo tra giovani e adolescenti, la parte più vulnerabile della popolazione, con un incremento addirittura del 900 per cento tra il 2012 e il 2015.  Le stime più recenti mostrano che negli Stati Uniti circa 3,6 milioni di allievi delle scuole medie e superiori hanno usato la sigaretta elettronica”.

A che si deve questo incredibile successo?

Appena ho visto questi device ho capito subito che i ragazzi li avrebbero adorati”, commenta Krishnan-Sarin. “Piccoli, con un design accattivante, ricaricabili, facili da usare, e poi profumano: sono perfetti per la ‘generazione smartphone’. Puoi scegliere tra più di 15.000 aromi diversi e differenti concentrazioni di nicotina, puoi personalizzare la scelta con combinazioni ad hoc, regolare la quantità di fumo che esce dal dispositivo; alcuni si sincronizzano addirittura con il telefono per farti sapere quanto hai ‘svapato’ durante la giornata”.

Ci sono, però, serie preoccupazioni circa l’impatto del vaping sulla salute, e, sfortunatamente, non abbastanza risposte”, rileva Krishnan-Sarin.

In realtà le prime autorevoli risposte stanno arrivando. Diversi studi avevano già segnalato nel vapore prodotto dalle sigarette elettroniche la presenza di sostanze potenzialmente dannose. Il glicole propilenico è usato da tempo, per esempio nei fumogeni impiegati nell’industria del cinema e nei concerti, ed è considerato generalmente sicuro, anche se alcuni studi indicano che l’inalazione prolungata può dare origine a irritazione delle vie aeree, tosse e, in alcuni casi, asma e riniti. Fra l’altro il riscaldamento del glicole propilenico e della glicerina può produrre formaldeide e acetaldeide, entrambi potenziali cancerogeni, anche se le quantità associate al consumo di e-cig appaiono modeste.

Ci sono serie preoccupazioni circa l’impatto del vaping sulla salute, e, sfortunatamente, non abbastanza risposte.

Anche sulla completa sicurezza delle sostanze usate per aromatizzare il vaping mancano certezze. Per esempio il diacetile, un aroma molto utilizzato fra l’altro nel burro, è sicuro quando viene ingerito, ma è associato all’insorgenza di bronchiolite obliterante se viene inalato per lunghi periodi in alte concentrazioni.

Secondo uno studio pubblicato nell’aprile del 2017 su una rivista della Società americana di fisiologia, sono circa 7.000 i diversi composti aromatizzanti contenuti nelle sigarette elettroniche in vendita negli Stati Uniti, con caratteristiche biochimiche molto variabili. Alla luce dei test preliminari effettuati, i ricercatori concludono che questi composti “dovrebbero essere esaminati uno a uno in maniera approfondita per determinare la potenziale tossicità nel polmone o altrove”.

È recentissimo il contributo sul tema dei Centers for Disease Control and Prevention (CDCs) statunitensi che hanno da poco presentato i primi risultati delle ricerche in corso per accertare la causa delle lesioni polmonari legate al vaping che negli States hanno colpito 2.051 persone, uccidendone 39.Da recenti test di laboratorio su campioni di liquido raccolto dai polmoni di 29 pazienti di 10 Stati sono stati trovate tracce di acetato di vitamina E. L’acetato di vitamina E viene utilizzato come additivo nella produzione di prodotti per sigarette elettroniche o vaping, contenenti THC, uno dei principi attivi della cannabis”, spiegano.

Quest’anno il mercato raggiungerà i 26 miliardi di dollari di vendite in tutto il mondo e si stima che nei prossimi sei anni tale volume raddoppierà.

I CDCs, avvertono poi che “poiché il composto o l’ingrediente specifico che causa la lesione polmonare non è ancora noto, l’unico modo per non rischiare, mentre gli studi sono in corso, è quello di cercare di astenersi dall’utilizzo di tutti i prodotti da svapo” e, in ogni caso, continuano a raccomandare di non usare sigarette elettroniche, o vaping, con prodotti che contengono THC, in particolare se acquistati in canali non autorizzati.

Sempre i centri per la prevenzione statunitensi hanno poi a comunicato di aver esaminato una serie di altri prodotti chimici che potrebbero essere trovati nella sigaretta elettronica o in prodotti da vaping tra cui oli vegetali, distillati di petrolio come olio minerale, olio MCT e terpeni (che sono composti trovati o aggiunti ai prodotti THC).  “Abbiamo rilevato una potenziale tossina preoccupante, la vitamina E acetato, da campioni biologici di pazienti , con danno polmonare collegato allo svapo”, ha confermato Anne Schuchat, vicedirettore dei CDCs che, in ogni caso non ha escluso la possibilità che anche altre sostanze chimiche utilizzate nel vaping possano causare i gravi disturbi respiratori.