A poche ore dal summit di Helsinki tra Donald Trump e Vladimir Putin, il conduttore televisivo Chris Wallace ha realizzato un’intervista esclusiva con il presidente russo per Fox News Sunday.
In poco più di mezz’ora i due hanno toccato tutti temi sensibili di attualità partendo dal quadro generale, cioè dalla relazione tra le due superpotenze: Stati Uniti e Russia. Quello che è emerso nel corso dell’intervista è un cambio di rotta nell’atteggiamento di entrambi i leader.
“Parlando con il Presidente Trump ci troviamo d’accordo sul fatto che il terrorismo è la più grande minaccia oggi, più grave rispetto a come ci sembrava inizialmente. Perché se capita qualcosa, se c’è un attacco diretto con l’uso di armi di distruzioni di massa, ci potrebbero essere propagazioni devastanti”, ha spiegato Putin.
Mi dispiace molto che tu non conosca la reale situazione in Siria.
Durante l’intervista, il Presidente russo ha sottolineato l’importanza della cooperazione militare e dell’attività dei servizi speciali in Siria. Un paese che – come ha ricordato Wallace – dall’inizio della guerra civile nel 2011 ha visto più di mezzo milione di vittime. Un numero enorme, che la Russia ha contribuito ad alimentare bombardando Aleppo e Ghouta.
“Quando c’è un conflitto”, ha commentato Putin, “le vittime sono inevitabili. Penso che i veri colpevoli siano i gruppi terroristici, come l’Isis, che hanno destabilizzato la situazione del paese. E questa è esattamente la stessa risposta che fanno i militari americani quando colpiscono i militari o i civili in Afghanistan o in altri paesi. In Siria l’aviazione americana ha bombardato la città di Raqqa piuttosto pesantemente e oggi discutiamo sulla necessità di operazioni umanitarie in queste aree”.
Una risposta che non è piaciuta al conduttore che ci ha tenuto a precisare che lo spargimento di sangue a Raqqa non ha avuto le stesse proporzioni di quello di Aleppo e Ghouta dove, secondo le stime, 20mila bambini sono stati uccisi dal regime di Assad e dai suoi alleati di Mosca. “Mi dispiace molto che tu non conosca la reale situazione in Siria” ha detto Putin a Wallace. “Una vasta parte della popolazione civile di Raqqa è morta. È stata cancellata dalla faccia della terra. Ricordava Stalingrado dopo la Seconda Guerra Mondiale”.
Nel dibattito di Helsinki, Putin e Trump hanno discusso anche del programma nucleare iraniano e del miglioramento della situazione in Corea del Nord. “Trump ha fatto molto in questo senso, ha contribuito a stabilizzare la questione nordcoreana”, ha ribadito in quest’occasione Putin. “Ma per poter raggiungere la completa de-nuclearizzazione della penisola sarà necessario adottare delle garanzie internazionali e la Russia è pronta a dare il suo contributo se necessario”.
La Russia come Stato non ha mai interferito negli affari interni degli Usa.
Wallace non si è lasciato scappare l’occasione di incalzare Putin sulla presunta ingerenza russa nelle elezioni presidenziali del 2016. Un tema scottante dopo che, lo scorso venerdì, il procuratore Robert Muller, responsabile del caso Russiagate, ha chiesto l’incriminazione di 12 cittadini russi – membri dell’intelligence militare GRU – per presunte interferenze nel voto statunitense.
Su questo tema Putin è apparso molto infastidito e ha chiesto più volte al giornalista di non interromperlo e di lasciarlo continuare. E quando Wallace gli ha mostrato i documenti della messa in stato d’accusa, il presidente russo ha rifiutato di visionarli.
“La gente parla di ingerenze russe nel processo elettorale statunitense. L’ho detto nel 2016 e lo dico di nuovo, la Russia come Stato non ha mai interferito negli affari interni degli Usa, tantomeno nelle sue elezioni. Credete veramente che qualcuno, agendo dal territorio russo, possa influenzare la scelta di milioni di americani? L’idea era quella di hackerare un account email di un democratico (John Podesta, capo della campagna elettorale di Hillary Clinton, ndr). Si tratta di manipolazione di fatti? Si tratta di diffusione di informazioni false? No. Hanno hackerato un account email dove c’erano delle informazioni sulle manipolazioni condotte dal Partito Democratico per favorire un candidato (Hillary Clinton, ai danni del contendente, Bernie Sanders, ndr). Infatti, da quello che so io, la leadership del comitato nazionale democratico si è dimessa. Hanno ammesso le loro manipolazioni. La manipolazione dell’opinione pubblica dovrebbe fermarsi e dovrebbero scusarsi pubblicamente. Poi la corte americana non ha scoperto nessuna traccia di interferenza. Lo sai o no? Milioni di americani lo sanno”.
Tuttavia, le accuse di Robert Mueller sono arrivate con un tempismo perfetto: solo tre giorni prima del vertice di Helsinki. Coincidenze? Per Putin si tratta di “giochi politici interni” alla politica statunitense, e per questo chiede di non rendere la relazione tra le due superpotenze un ostaggio di questa bagarre politica. “Per me è chiaro che si tratta di una lotta politica interna e, per la democrazia americana, non c’è da andarne fieri. Usare questi sporchi metodi e la rivalità politica”.
Spazio anche alla politica interna e a uno dei temi più spinosi: il trattamento degli oppositori politici. Wallace ha chiesto infatti al presidente russo “perché così tanti oppositori di Vladimir Putin finiscono per essere assassinati”. Dall’ex spia russa Sergei Skripal, vittima insieme alla figlia di avvelenamento da gas nervino, alla reporter investigativa Anna Politkovskaya, assassinata nel suo appartamento, fino a Boris Nemtsov, oppositore politico freddato vicino al Cremlino.
“Tutti noi abbiamo una serie di rivali politici”, ha commentato Putin, “sono abbastanza sicuro che anche il Presidente Trump ne abbia. Poi non sempre vengono uccisi. Avete dimenticato i Presidenti uccisi qui negli Stati Uniti? Kennedy è stato ucciso qui o in Russia? Martin Luther King? E gli scontri tra polizia e civili di determinati gruppi etnici? Queste sono cose che accadono nel territorio statunitense. Ognuno di noi ha i suoi ‘problemi domestici”.
“Parlando del caso Skripal, ci piacerebbe avere un qualche documento o una evidenza riguardo al fatto ma nessuno ce l’ha fornito. Recentemente abbiamo sentito di altre due persone vittime dello stesso gas nervino chiamato Novichok. Io non ho mai sentito i cognomi di queste due persone. Chi sono?”, ha proseguito il leader russo.
Penso che questo sia solo l’inizio di un percorso.
Nonostante queste questioni spinose ancora in sospeso, per molti il meeting di Helsinki ha segnato una svolta rispetto al passato. Lo stesso Putin ha voluto ricordare che tutti i tentativi degli ultimi anni dell’Occidente di isolare la Russia sono falliti ed erano destinati a fallire. “Basta dare un’occhiata alla Russia, alle sue dimensioni, alla sua importanza in termini di sicurezza internazionale ed economica, al suo contributo nel mercato globale dell’energia. È troppo grande per essere sanzionata e isolata (…) Questo combatterci l’un l’alto dovrebbe finire e piuttosto spingerci ad affrontare le questioni e le sfide comuni. A capire come superare le preoccupazioni comuni. Penso che questo sia solo l’inizio di un percorso”.
Qui il link al video dell’intervista.