“Se continuiamo a credere che siamo una nazione minacciata, inadeaguata e limitata, allora questo è esattamente ciò che diventeremo. Oggi nella nazione più ricca nella storia del mondo quello che più manca non sono certo le risorse. Possiamo fare meglio e possiamo essere migliori, perchè un mondo migliore è possibile”.
Queste le parole pronunciate dalla ventinovenne Alexandria Ocasio Cortez subito dopo essere diventata la persona più giovane a ottenere un seggio al Congresso degli Stati Uniti, nelle elezioni di medio termine di ieri.
Non è stata però l’unica donna, nè l’unica giovane a uscire vincente nell’elezione che ha visto la Camera dei Rappresentanti tornare in mano al Partito Democratico dopo otto anni e i Repubblicani mantenere invece il controllo del Senato.
Altrettanto notevole, infatti, è l’elezione della trentunenne Lauren Underwood. La più giovane donna afroamericana in corsa per un seggio quest’anno ha ottenuto la vittoria nel 14°distretto dell’Illinois. Importanti sono anche le vittorie di Rashida Tlaib e Ilhan Omar (nell’immagine in alto), le prime due donne musulmane a sedere alla Camera. La prima è palestino-americana, ha vinto in Michigan e le sue battaglie sono Medicaid, il salario minimo e l’abolizione dell’Ice (Immigration and Customs Enforcement). La seconda è somala, è arrivata come rifugiata negli Stati Uniti quasi vent’anni fa e, come ricorda il Guardian, è stata al centro di uno “scontro” con il presidente Donald Trump nel 2016. Si batte per l’abolizione del debito studentesco, contro le prigioni private e per tagliare drasticamente la spesa militare.
Possiamo fare meglio e possiamo essere migliori, perché un mondo migliore è possibile.
Una notte dunque di donne vincenti e di prime volte. Una notte che ha visto infatti anche l’elezione di Sharice Davids in Kansas e Deb Haaland in New Mexico, le prime due nativo-americane mai arrivate al Congresso. E ci sono state anche la vittoria della democratica Janet Mills nella corsa alla carica di Governatore del Maine (ha sconfitto il repubblicano governatore uscente Paul LePage) e quella di Jared Polis, il democratico neo-governatore del Colorado, il primo uomo apertamente gay a essere eletto a questa carica.
Questa è stata però anche una notte di sconfitte eccellenti per i democratici. Una su tutte, quella di Beto O’Rourke, che ha provato senza successo a scalzare il Repubblicano Ted Cruz dalla sua sedia di governatore del Texas. Il duello è stato molto serrato e tutto sembra far credere che di O’Rourke si sentirà ancora parlare. “Ho avuto l’opportunità di parlare con il senatore Cruz e congratularmi con lui per la sua vittoria e gli auguro di andare avanti. Ciò che ho promesso a nome di tutti noi è che, in questo momento di divisione, in un Paese che non ricordo essere mai stato tanto polarizzato, l’aiuteremo a fare sì che il Texas aiuti a guidare il paese, per lavorare insieme ai grandi risultati che vogliamo raggiungere, che si tratti di affrontare le minacce contro il nostro paese o esserci per ogni singola persona che ha bisogno di aiuto”, ha detto nel discorso di ringraziamento ai suoi sostenitori.
Il risultato di oggi va oltre la battaglia tra democratici e repubblicani, ma porta alla restaurazione di controlli ed equilibri costituzionali sull’amministrazione Trump.
Non è ancora chiaro se Donald Trump esce vincitore o perdente da queste elezioni di medio-termine. Se è vero che ha perso la Camera, lo è anche che molti dei candidati a governatore che lui ha sostenuto hanno portato a casa il risultato. Inoltre non c’è stata quell’onda blu che molti si aspettavano (o in cui speravano), che sarebbe stata un segno di sfiducia verso il Presidente. Ora il risultato delle presidenziali del 2020 sembra ancora più incerto. Molto dipenderà dai prossimi due anni e da quello che succederà ora che il monopolio repubblicano è finito e che i democratici avranno modo di portare avanti le loro battaglie.
Come spiega Anthony Zurcher della Bbc, “Ora che hanno il controllo della Camera potranno bloccare l’agenda legislativa di Donald Trump” e “costingere i senatori repubblicani a voti scomodi come l’aumento del salario minimo o della social spending”. Inoltre, ricorda il giornalista, adesso i democratici potranno guidare commissioni in grado di investigare meglio sui legami con la Russia durante le elezioni presidenziali o sulle finanze del Presidente Trump. La vittoria in Senato però, permetterà a Trump di continuare con le sue nomine di funzionari e giudici conservatori e di sostituire altri funzionari con uomini di fiducia.
Tuttavia, come ha ricordato Nancy Pelosi, democratica di lungo corso e leader della minoranza della Camera dei Rappresentanti, “Il risultato di oggi va oltre la battaglia tra democratici e repubblicani: porta alla restaurazione di controlli ed equilibri costituzionali sull’amministrazione Trump, a fermare l’assalto del GOP e di Mitch McConnell a Medicare, Medicalid, alle cure accessibili e all’assistenza sanitaria per 130 milioni di americani che vivono con condizioni mediche preesistenti (…) ma più di ogni altra cosa, riguarda ciò che una nuova maggioranza democratica significherà nella vita degli americani che lavorano duramente”.
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