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Photo by Number 10 / CC BY-SA

Macron e May lanciano un messaggio chiaro: l’unione fa la forza


Collaborazione, cooperazione, relazioni. Queste le parole ripetute, fino allo sfinimento, dal Primo Ministro inglese Theresa May e dal Presidente francese Emmanuel Macron in occasione del 35° summit UK-France a Sandhurst (Regno Unito), lo scorso 18 gennaio. In una conferenza stampa di circa un’ora, i due leader hanno presentato un accordo di cooperazione tra i due paesi che copre diversi temi: difesa, sicurezza, immigrazione, economia e tematiche sociali.

Theresa May ha aperto la conferenza stampa delineando dettagliatamente l’accordo firmato con Macron, soffermandosi sui temi in questione, per poi passare il testimone al francese. Il neoeletto presidente si è dimostrato determinato durante il suo discorso, nel quale ha confermato l’importanza delle relazioni con la vicina di casa, in particolare nei temi di difesa e controllo dei confini. Tra i contenuti del negoziato infatti, spicca l’accordo di cooperazione in materia di immigrazione con l’obiettivo di potenziare la sicurezza e migliorare le condizioni dei minori richiedenti asilo. “Il trattato di Sandhurst ci permetterà di migliorare le relazioni e la gestione del nostro confine comune (Calais, ndr) (…) È una sfida che dobbiamo affrontare insieme. Un punto importante di questo trattato è la questione dei minori non accompagnati. Questo accordo ci permetterà di ridurre drasticamente i tempi di attesa per tutti quelli che vogliono attraversale la Manica (…) Si tratta di una procedura più efficiente e più umana allo stesso tempo”.

Macron ha voluto poi anticipare le domande dei giornalisti in sala, facendo riferimento ad una questione spinosa, sotto gli occhi di tutti. “Prima che me lo chiediate – ha affermato Macron – voglio dire qualcosa a proposito della Brexit (…) Io rispetto la decisione degli inglesi, anche se, come tutti sanno, non la condivido. Penso che oggi abbiamo dimostrato, e continueremo a dimostrare, che qualunque sia l’esito dei negoziati, questi saranno gestiti in un quadro stabilito e organizzato con un unico negoziatore europeo (…) Ma quelle discussioni non dovranno mai farci dubitare dell’intensità e della qualità della nostra relazione bilaterale. La Brexit non fermerà mai la cooperazione tra i due paesi. Può creare qualche incertezza su alcune materie nel breve periodo, ma penso che la nostra responsabilità consista nel riuscire a gestire questa complessità e ad essere determinati a migliorare la situazione in entrambi i lati della frontiera”.

Nonostante le dichiarazioni dei due presidenti, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea comporterà inevitabilmente un indebolimento delle relazioni tra UE e UK. Da quando il Regno Unito ha votato per la Brexit infatti, quasi all’unanimità tutti i leader europei hanno convenuto sul fatto che la Gran Bretagna non potesse continuare a godere di tutti i benefici derivanti dall’appartenenza al mercato unico. Tuttavia, sono in molti a credere che quello dell’UE sia un bluff e che Theresa May riuscirà comunque a strappare delle condizioni vantaggiose dal mercato unico. Durante la conferenza stampa infatti, il premier britannico ha ricordato come, nonostante sia inevitabile che le relazioni cambieranno, non facendo più parte del mercato unico, è interesse di entrambe le parti continuare ad avere una buona partnership anche a livello finanziario. Del resto Londra rimarrà uno dei maggiori centri finanziari a livello globale. La May auspica quindi una sorta di trattato di comprensione, negli interessi di tutti, negli interessi dell’Unione.

In unca conferenza incentrata sul futuro, Macron ha rivolto uno sguardo anche verso il passato, ricordando che le relazioni tra i due stati si basano sulla vicinanza territoriale e soprattutto su vicende storiche che riaffiorano quest’anno in occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale. “Tutto questo ci porta ancora più lontano nel tempo, questa storia di almeno mille anni può essere vista nell’arazzo di Bayeux. (…) Quello che desidero è che riuscissimo a far vivere l’Europa di questa cultura e di questo patrimonio culturale perché ci ricorda cosa eravamo prima e le responsabilità che comporta. L’arazzo di Bayeux ci invita ad essere molto umili. Non verso le imprese di Guglielmo il Conquistatore, ma per il suo genio creativo e per la storia che racconta (…) perché rappresenta l’unione tra i due paesi. Spero che l’arazzo apra un capitolo di cooperazione a livello culturale e scientifico (…) e permetta ai nostri cittadini di godere di questa storia condivisa”.

Macron si riferisce alla sua decisione di prestare alla Francia l’arazzo di Bayeux. Un gesto che ha dato vita a varie interpretazioni: se secondo alcuni si tratta di un atto di generosità, per altri questa scelta porta con sé un chiaro messaggio politico rivolto direttamente alla Gran Bretagna. “L’arazzo di Bayeux rappresenta una brutale lezione della storia di cui è difficile non notare il significato metaforico e politico. Il principe inglese Aroldo II si allea con Guglielmo di Normandia, per poi tradirlo. Guglielmo invade le terre di Aroldo che rimane ucciso e succede al trono d’Inghilterra al posto suo. Certo non è che Macron voglia presentarsi come Guglielmo. Ma la prima lezione da leggere è che l’Inghilterra non può fare a meno del resto del mondo. L’altra è che brutte cose possono avvenire se un paese non rispetta le promesse fatte ai vicini. E la terza è che l’Inghilterra non sempre vince. Cosa vera nel 1066 come oggi”, commenta Martin Kettle, giornalista del Guardian.

Qui la trascrizione integrale della conferenza stampa (versione inglese)