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Photo by Nancy Pelosi / CC BY

La “maratona dreamers” di Nancy Pelosi


Nancy Pelosi, 77 anni, è stata la prima donna italoamericana e californiana a ricoprire la carica di Presidente della Camera dei rappresentanti e l’unica ad aver raggiunto il grado più elevato nelle istituzioni politiche federali degli Stati Uniti. In veste di leader della minoranza democratica, lo scorso 7 febbraio la Pelosi ha parlato per otto ore consecutive davanti al Congresso, pronunciando uno dei discorsi più lunghi di sempre. L’intento era chiaro: in America si parla di filibustering, ostruzionismo, un modo per ostacolare l’approvazione della legge di bilancio (che doveva avvenire entro le 24 ore) per attivare lo shutdown, ovvero la chiusura dell’amministrazione statunitense, la seconda da inizio anno.

Ha dedicato il suo lungo intervento a un tema caro ai Democratici: la questione dei dreamers, gli immigrati irregolari arrivati negli States da bambini con i loro genitori, alla ricerca di una vita migliore. Si tratta di circa un milione di persone, gran parte delle quali cresciute fin da piccole negli USA, con titolo di studio e lavoro ottenuti nel suolo statunitense.

Una questione delicata e urgente affrontata dall’amministrazione Obama nel 2012 con l’introduzione del Daca (Development, Relief, and Education for Alien Minors Act – Legge per lo Sviluppo, il Sostegno e l’Educazione dei Minorenni Stranieri). I beneficiari del Daca sono i dreamers, i sognatori, con un chiaro riferimento al sogno americano. Il programma offre ai giovani immigrati una serie di garanzie, qualora vengano richieste, per un periodo rinnovabile di due anni. Il programma, che li protegge dall’espulsione, presenta però un grande limite non essendo rivolto a tutti, ma solo a coloro che soddisfano certi requisiti (età, data di arrivo negli States, titolo di studio). Si stima che su 1,3 milioni di idonei, 800 mila persone abbiano richiesto queste garanzie. L’amministrazione Trump però si è schierata contro il programma, decretando la decadenza del Daca il 5 marzo prossimo.

Il futuro dei dreamers, quindi, è a rischio. Per questo la Speaker democratica ha voluto far leva sui sentimenti dei deputati, cercando di sottolineare l’importanza di una legge che tuteli queste persone, che contribuiscono come ogni altro cittadino americano allo sviluppo economico e sociale del paese. Approfittando della regola che permette solo ai leader del partito di parlare senza limiti di tempo, la Pelosi ha optato per una “maratona dreamers”, mobilitando i membri del partito alla ricerca di storie che fossero d’esempio per tutte. Sono state raccolte centinaia di testimonianze che la Pelosi ha letto durante il suo intervento.

Storie di giovani immigrati come Monica, arrivata negli Usa con i suoi genitori, quando aveva un anno. La sua famiglia è scappata da un paese che non le garantiva un futuro ed è arrivata in Texas, dove ha condiviso un piccolo appartamento con un’altra famiglia. Monica ora è infermiera. C’è un ragazzo messicano, arrivato negli Usa da piccolo, con la mamma. Oggi è dottore e lavora per un’organizzazione no profit. Non si parla solo di messicani o latini: c’è anche una ragazza sudcoreana, arrivata qui da piccola con i suoi genitori in un periodo in cui “la diversità non era solo tollerata, bensì valorizzata”.

Nancy Pelosi ha concluso l’intervento con un appello: “Dateci la possibilità di avere un voto in aula (sulla legge sull’immigrazione, ndr)”. Infine ha ringraziato i dreamers “per il loro coraggio, il loro ottimismo, la loro ispirazione per rendere l’America più americana”.

Il discorso, iniziato poco dopo le 10, si è concluso alle 18.10 con un “batti cinque” alle colleghe. In piedi sui suoi tacchi 4 cm e con qualche bicchiere d’acqua tra una storia e l’altra, la Pelosi non si è concessa nemmeno una pausa. Nel suo discorso ha motivato il suo voto contrario alla legge di bilancio negoziata con i Repubblicani dal leader della minoranza del Senato Charles E. Schumer: anche se prevede alcune concessioni ai democratici, la norma non affronta in alcun modo la questione dei dreamers. Una mancanza imprescindibile.

Una dichiarazione, questa, che ha destato molte critiche tra le file repubblicane, che hanno accusato i democratici di privilegiare gli immigrati clandestini ai cittadini americani rispettosi della legge. Ma la Pelosi non ha ceduto in alcun modo, chiarendo che senza la promessa di un dibattito e di un voto sulla legge sull’immigrazione gran parte del comitato elettorale non avrebbe appoggiato l’accordo sul bilancio, rischiando il secondo shutdown dell’anno.

A fine giornata però, il Congresso ha approvato la nuova legge di bilancio, con un po’ di ritardo rispetto a quanto previsto, ma ancora in tempo per evitare lo shutdown. Approvata dal Senato con 78 voti a favore e 21 contrari (ottenendo anche l’appoggio di una parte dei democratici), prevede un aumento della spesa pubblica soprattutto nei settori degli interni e della difesa. Nessun riferimento però al tema dell’immigrazione e ai dreamers, mentre il 5 marzo si avvicina.

Qui il discorso di Nancy Pelosi, direttamente dal suo profilo Twitter.