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Photo by Robin Widjaja / CC BY-SA

L’Indonesia sogna una nuova capitale per dimenticare l’incubo Giacarta


L’Indonesia ha un grosso problema. Giacarta, la sua capitale, è una città invivibile. Ha 30 milioni di abitanti, la qualità dell’aria è tra le più basse al mondo ed è funestata da ingorghi di traffico mostruosi, che secondo alcune stime rallentano così tanto le attività della città da costare 7 miliardi di dollari all’anno. A questo va aggiunto che Giacarta sta sprofondando a un ritmo allarmante.

L’intenso sfruttamento della falda acquifera sotterranea ha portato alcune zone della città a sprofondare di due metri e mezzo negli ultimi dieci anni e ormai metà dell’area urbana è sotto al livello del mare – e Giacarta è una città che sorge in riva al mare. Tutto ciò porta a inondazioni che paralizzano ancora più del solito la città. E la situazione non migliorerà nel futuro: ci si aspetta che entro il 2050 larghe parti della città finiscano sott’acqua.

Per far fronte a tutto questo, il governo indonesiano ha deciso di lasciare Giacarta e di fondare una nuova capitale. Sebbene sostenga che la scelta sia stata presa per alleggerire la città dall’onere di ospitare l’amministrazione del paese, a molti è sembrata una fuga da una città dal destino segnato. È da anni che si parla della necessità di trovare una nuova capitale per l’Indonesia, ma fino a poco fa nessuna decisione definitiva era ancora stata presa, né riguardo ai tempi dello spostamento, né riguardo ai luoghi.

Che qualcosa stesse per succedere, tuttavia, l’aveva fatto capire una visita nel maggio di quest’anno del neo-confermato presidente dell’Indonesia  – Joko Widodo – nella provincia di Kalimantan, nel Borneo, una delle isole maggiori dell’arcipelago che compone l’Indonesia.

Intervistato durante questa visita, il presidente non aveva rivelato se quello fosse il luogo prescelto per la nuova capitale e si era mantenuto sul vago: “Sono qui sul territorio per farmi un’idea di questi posti. Credo che questo ci aiuterà nei nostri calcoli. Penso serva una visione di lungo termine, ci vorranno altri 50 o 100 anni prima che questo paese diventi una nazione sviluppata”.

La scelta è arrivata qualche mese dopo, il 26 agosto, quando Widodo ha annunciato che “a seguito dei nostri studi la nuova capitale sarà costruita [nella provincia] dell’Est Kalimantan” , esattamente nei luoghi visitati qualche mese prima. Secondo le stime del governo i lavori di costruzione dovrebbero iniziare nel 2024 e il costo totale della città – che in pochi anni dovrebbe raggiungere il milione e mezzo di abitanti – sarà di 33 miliardi di dollari.

Il presidente ha ribadito alcune delle motivazioni che hanno portato il governo a lasciare Giacarta: “Il piano per riposizionare la capitale è iniziato molto tempo fa, al tempo di Sukarno, il primo presidente indonesiano. Come grande nazione, indipendente da 74 anni, l’Indonesia non ha mai potuto scegliere la propria capitale” (Giacarta era stata scelta dai colonizzatori olandesi).

Di fianco a queste ragioni di tipo ideologico ce ne sono anche di natura più pratica, come spiega lo stesso Presidente: “Non possiamo continuare a permettere che il peso che incombe su Giacarta e sull’isola di Giava continui ad aumentare, in termini di densità di popolazione e ingorghi di traffico – che sono già gravi. Dobbiamo affrontare anche l’inquinamento dell’acqua e dell’aria. Questo non è colpa del governo provinciale di Giacarta ma dell’immenso peso dell’economia indonesiana su Giacarta e Giava”.

Si può dire sin d’ora che la decisione di Widodo avrà un grande impatto sia su Giacarta che sui luoghi dove sorgerà la nuova capitale.

Probabilmente Giacarta non risolverà i suoi problemi per il semplice fatto di perdere il suo status di capitale. È invece certo che lo spostamento avrà un grande impatto sugli equilibri di potere all’interno dell’Indonesia e sull’immagine che gli indonesiani hanno di loro stessi.

Giacarta sorge sull’isola di Giava e questa, nonostante le sue ridotte dimensioni, è da sempre il cuore dell’Indonesia: ci vive più del 50 per cento della popolazione del paese, vi viene prodotto più del 50 per cento del Pil indonesiano e sei dei sette presidenti dal tempo dell’indipendenza sono stati giavanesi. Giacarta rimarrà il cuore economico e finanziario dell’Indonesia ma l’identità del paese ne uscirà sicuramente trasformata.

Trasformata  – se non stravolta – sarà anche la zona dove sorgerà la nuova capitale. Il Borneo indonesiano è scarsamente popolato (13 milioni di abitanti rispetto ai 145 di Giava) e ricoperto per larghi tratti di foreste. Si prevede che la nuova capitale (che non ha ancora un nome) si estenderà su una superficie di 180.000 ettari quadrati che ora sono occupati per lo più da piantagioni e da foreste. L’impatto che avrà sull’ambiente e sulle persone del luogo sarà drammatico, e infatti il progetto ha già messo in allarme diverse organizzazioni umanitarie e a tutela dell’ambiente .