“Il tempo delle parole si è consumato, ora servono i fatti”. Un intervento lapidario quello del Ministro dell’Interno Marco Minniti, ospite alla conferenza Governare l’Immigrazione organizzata dal Centro Studi Grande Milano il 29 giugno scorso.
In un discorso carico di emotività e dai toni forti, il ministro ha sottolineato ancora volta, con grande fervore, l’importanza degli aiuti da parte degli altri paesi europei all’Italia, che non può essere lasciata sola di fronte all’emergenza immigrazione. Da europeista, Minniti si direbbe “orgoglioso se anche una sola delle navi che operano nel Mediterraneo anziché attraccare in Italia andasse in un altro porto europeo”. Un’eventualità questa che, pur non risolvendo i problemi dell’Italia, darebbe un messaggio di solidarietà e vicinanza al Belpaese, gettando finalmente le basi per una vera collaborazione fra stati.
Non si può lasciare sola l’Italia
Ad oggi l’Italia gestisce autonomamente la questione sia sul fronte dell’accoglienza, che comprende i salvataggi lungo le coste e lo smistamento dei migranti nei vari comuni della penisola, sia sul piano strategico. Tuttavia, a fronte del continuo aumento dei flussi in entrata, l’emergenza può sfociare in una vera e propria crisi che rischia di divenire ingestibile. “Questo è il cuore della questione che abbiamo posto all’Europa, perché quello dell’immigrazione è un fenomeno epocale che dobbiamo affrontare insieme. Non si può lasciare sola l’Italia”.
Secondo i dati resi disponibili dal Viminale, dal 1 gennaio ad oggi sono 76.873 i migranti sbarcati sulle coste italiane, il 13,43 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, che contava 67.773 arrivi. Tra i porti più coinvolti vi sono Augusta (13.000 sbarchi), Catania (9.620), Pozzallo (7.161), Palermo (5.799), Reggio Calabria (5.806), Vibo Valentia (5.299), Lampedusa (5.168), Trapani (4.742), Messina (3.902) e Crotone (3.224). Di questi, 9.761 sono minori non accompagnati.
Per ora le risposte provenienti dall’Europa sono state di timida approvazione. Molti rappresentanti degli stati europei hanno considerato giusta la questione sollevata dall’Italia; tuttavia questo non basta perché dalle parole bisogna passare ai fatti, andando oltre la semplice vicinanza a parole in vista di un intervento concreto.
Se è vero poi che la collaborazione deve avvenire in primis con gli altri stati, un ulteriore sforzo deve essere fatto anche dall’interno. A tal proposito Minniti ha rinnovato il suo appello verso i comuni del paese ribadendo l’importanza strategica dell’accoglienza diffusa. Se ogni comune infatti partecipasse attivamente alla ricezione dei migranti nel territorio di competenza, la macchina dell’accoglienza potrebbe essere più efficiente.
Un tema caldo che continua a dividere i governi regionali e le giunte comunali. Seguendo la normativa, a livello regionale fa fede l’accordo Stato-Regioni del 10 luglio 2014 secondo il quale ogni regione deve accogliere una percentuale di migranti pari alla propria quota di accesso al Fondo nazionale per le politiche sociali. Poi, all’interno di ogni singola regione, si applica l’accordo Viminale-Anci dello scorso dicembre: i comuni fino a duemila abitanti devono ospitare sei migranti, i comuni con più di duemila abitanti ne accolgono 3,5 ogni mille abitanti mentre le città metropolitane si limitano a due posti ogni mille residenti. Un accordo questo che ad oggi non viene pienamente osservato dato che sono solo 2.800 su 8.000 i comuni che si sono fatti carico dell’accoglienza.
L’intervento del ministro Minniti è arrivato dopo un intenso confronto tra l’ambasciatore italiano Maurizio Massari e il commissario greco per le migrazioni presso l’UE, Dimitris Avramopoulos. Massari ha definito l’emergenza come “ai limiti della capacità di gestione” tanto da poter avere un impatto importante nella vita socio-politica del Paese. Alla voce dell’ambasciatore si è unita anche quella del Capo dello Stato Sergio Mattarella che ha definito il fenomeno “ingestibile” e ha invocato l’aiuto dell’Europa: “Un Paese da solo non può farcela. Anche un paese grande e aperto come il nostro. Serve la collaborazione internazionale, ma alcuni paesi dell’UE restano insensibili“.
Non è mancato neanche l’intervento del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni che, in occasione della preparazione del G20 di Tallinn, ha sottolineato l’impegno italiano nella gestione dei flussi e nel contrasto ai trafficanti, lanciando un monito ai paesi europei affinché non voltino le spalle all’Italia di fronte a una situazione preoccupante come quella che si sta delineando. “Ho presentato ai colleghi europei l’estrema preoccupazione per il rischio dell’accentuarsi dei flussi migratori negli ultimi giorni nel nostro paese. Un paese che non si è mai sottratto ai suoi impegni per quanto riguarda il soccorso in mare, l’accoglienza umanitaria e che non intende sottrarsi a questi impegni in futuro, ma chiede di discutere del ruolo delle organizzazioni non governative (ONG), di Frontex, delle risorse disponibili per intervenire in Libia e negli altri paesi africani e della possibilità di ampliare i programmi di relocation. Sono delle difficoltà che dobbiamo affrontare in comune”.
Dopo questa unanime e ferma presa di posizione da parte delle autorità, l’Italia auspica che le parole non rimangano sulla carta ma che si concretizzino in aiuti finanziari e interventi concreti per far fronte a una situazione ormai difficilmente gestibile.
Qui il video del discorso del Ministro dell’Interno Marco Minniti.