Per un attimo anche Bernie Sanders è diventato una star. Ospite del South by Southwest (Sxsw), il festival dedicato a interactive media, musica, film e molto altro, in uno scherzoso botta e risposta con il giornalista della CNN Jake Tapper, il senatore del Vermont si è rivolto al pubblico affermando di voler discutere di questioni delle quali non è solito parlare.
Tra i temi affrontati, il problema delle armi, i dreamers e le fake news, per le quali incolpa la televisione, che cede a sensazionalismi senza trattare questioni molto più importanti: “Il collasso della classe media, le disuguaglianze economiche e sanitarie, lo spostamento di questo paese verso un’oligarchia, il fatto che abbiamo una manciata di miliardari, come i Fratelli Koch, che stanno minando la democrazia americana cercando di comprare le elezioni. Di queste questioni non parliamo molto spesso in tv. Io lo voglio fare oggi”.
Fin da subito, ha sottolineato la sua contrarietà al disegno di legge in discussione al Senato che prevede la deregolamentazione di 35 su 50 grandi banche statunitensi. “Io sono assolutamente contrario (…) perché non mi sembra normale dimenticare cos’è successo solo dieci anni fa, quando il comportamento illegale di Wall Street ha trascinato il paese nella peggiore crisi economica dopo la Grande Depressione (…) Bisognerebbe prestare attenzione alle piccole banche, piuttosto che deregolamentare alcuni dei più grandi istituti finanziari, che hanno giocato un ruolo fondamentale nel distruggere l’economia del nostro paese, lasciando milioni di persone senza lavoro, senza casa”.
Alla luce delle tragedie recenti, Sanders ha voluto parlare anche della questione delle armi da fuoco, ricordando quanto accaduto a Parkland (2018), a Las Vegas (2018) e a Sandy Hook (2012). “Per quanto riguarda la violenza armata, il buon senso dice agli americani e anche a me (…) di estendere i controlli sui precedenti, per essere sicuri che soggetti con disturbi mentali e precedenti penali, persone sotto sorveglianza e indagate, persone che potrebbero comprare una pistola per uccidere altri americani, non possano acquistare un’arma”. Il senatore ha sottolineato che questi controlli perché funzionino devono essere applicati sempre. Oggi, infatti, chi volesse acquistare un’arma in Texas o in Vermont deve sottoporsi a questi controlli. Lo stesso non accade durante i gun show, fiere in cui si espongono e si vendono armi di ogni tipo. Proprio in queste occasioni, tuttavia, avviene gran parte degli acquisti, soprattutto da parte di tutti quelli che vogliono di sottoporsi a controlli che considerano inutili. “Sono arrivato a credere che un’arma, un’arma militare pensata per uccidere esseri umani dovrebbe essere bandita dalla vendita e dalla distribuzione” (Qui un’intervista che Sanders ha fatto insieme ad alcuni dei sopravvissuti di Parkland).
Donald Trump sta lavorando giorno e notte per dividerci basandosi sul colore della pelle o sulla nostra provenienza.
Non sono mancati gli attacchi diretti al Presidente Trump, del quale si considera uno dei più fermi oppositori: “Uno dei molti problemi di Donald Trump è che lui mente tutto il tempo”. Sui dreamers ha attaccato il tycoon raccontando un episodio recente: “C’è stata una votazione su una legge un mese fa in Senato per la quale ho votato malvolentieri a favore. La legge prevedeva che si sarebbe garantito lo stato giuridico a 1,8 milioni di persone, un passo verso la cittadinanza, in cambio di denaro per costruire il muro (con il Messico ndr), che io credo sia una delle idee più stupide nella storia del mondo. Io ho votato malvolentieri a favore perché sono profondamente preoccupato per quello che può capitare a questi giovani (…) e sai cosa ha fatto Trump il giorno della votazione? Ha spinto fortemente contro questa legge. Trump ha precipitato questa crisi, revocando l’ordine esecutivo di Obama. Il suo atteggiamento verso queste persone è oltraggiante. Ha usato le persone prive di documenti come strumento politico per fomentare la sua base xenofoba”. Sanders ha voluto precisare però che la maggior parte dei sostenitori di Trump non sono razzisti e neanche omofobi, quanto piuttosto persone che vogliono un cambiamento reale della politica.
Sanders ha poi parlato di esteri. A cominciare dal conflitto in Yemen. “Penso che negli anni, in ogni amministrazione, repubblicana o democratica, il Congresso abbia abdicato dalla sua responsabilità costituzionale sulla guerra. La Costituzione è chiara: non è il Presidente a dichiarare una guerra ma è il Congresso degli USA. Il Congresso ha lasciato al Presidente la scelta di mandare le truppe in guerra. Quindi, questione numero uno: se il Presidente vuole coinvolgere il paese in quella guerra devastante in Yemen ha bisogno dell’autorizzazione del Congresso, e il Congresso deve votare sì o no a questa autorizzazione (…) Questione numero due. In Yemen c’è uno dei disastri umanitari più grandi degli ultimi tempi, la gente sta morendo di fame, c’è un’epidemia di colera. Gli USA non possono appoggiare questa guerra devastante”. Passa poi alla Corea: “Io credo nelle negoziazioni. Credo che se Trump si siede allo stesso tavolo di Kim Jong-un sia una cosa buona. Ma qui sorge la mia preoccupazione. Non voglio vedere un reality show. Ci deve essere molto lavoro da fare prima di quest’incontro e Trump se lo sta dimenticando”.
Infine, c’è una questione che sta molto a cuore a Bernie Sanders e che lo pone in ferma opposizione al Potus. “Donald Trump sta lavorando giorno e notte per dividerci basandosi sul colore della pelle o sulla nostra provenienza. In questo paese l’antisemitismo non è accettato, l’omofobia non è accettabile, il razzismo non è accettabile”. Nonostante tutto il senatore sembra credere nel popolo americano: “Questione dopo questione, che si tratti di riforme sull’immigrazione o sulle banche o sulle armi, la verità è che gli americani non sono divisi. La verità è che nelle più grandi questioni economiche e sociali la maggior parte degli americani si trova d’accordo, sta insieme”.