×
Photo by Columbia GSAPP / CC BY

Una possibilità di cambiamento mai sperimentata prima


Qualche giorno fa ci siamo chiesti se le proteste che stanno infiammando gli Stati Uniti, ma anche l’Europa, contro la violenza della polizia nei confronti delle persone di colore, e più ampiamente contro razzismo e disuguaglianze, possano portare a un cambiamento significativo e duraturo. Ebbene questa possibilità c’è, e a dirlo è Angela Davis: protagonista dei movimenti per diritti civili della comunità di colore degli anni ‘60 e ‘70.

Dalla sua casa di Oakland (California), infatti, Davis commenta così a Channel 4 quanto sta avvenendo negli Stati Uniti: “Questo momento, questa particolare congiuntura storica offre possibilità di cambiamento che non abbiamo mai sperimentato prima in questo paese. Non so se paragonerei questo momento alle rivolte di massa degli anni ’60. Penso che esista un continuum storico e che nel 2020 stiamo finalmente assistendo alle conseguenze di decenni e secoli di tentativi di espulsione del razzismo dalla nostra società”.

Ciò che stiamo vedendo ora sono nuove richieste: richieste di smilitarizzazione della polizia, richieste di riduzione dei fondi, richieste di smantellamento della polizia e di immaginare diverse modalità per garantire la pubblica sicurezza. Ci viene ora chiesto di considerare come potremmo immaginare la giustizia in futuro”, prosegue l’attivista statunitense. Nelle scorse settimane diverse città statunitensi hanno annunciato riforme delle forze di polizia: Minneapolis, la città dove è stato ucciso George Floyd, ha annunciato lo smantellamento del dipartimento di polizia. Tagli al budget e riforme per abolire alcune pratiche come la stretta al collo per immobilizzare un sospettato, l’uso di gas lacrimogeni e munizioni di gomma per disperdere i manifestanti sono state approvate a New York, Seattle, Sacramento, Washington.

A Louisville, il consiglio comunale ha approvato quella che è stata ribattezzata “Breonna’s Law” (Legge di Breonna). Una legge che abolisce l’uso di quei mandati che permettono alla polizia di entrare senza preavviso e senza necessità di idenfiticarsi in un’abitazione privata. La legge prende il nome di Breonna Taylor, una donna di 26 anni uccisa nella sua abitazione lo scorso 13 marzo dalla polizia di Louisville nel corso dell’applicazione di uno di questi mandati.

Penso che esista un continuum storico e che nel 2020 stiamo finalmente assistendo alle conseguenze di decenni e secoli di tentativi di espulsione del razzismo dalla nostra società.

Anche in Francia sono stati presi provvedimenti simili a quelli statunitensi, suscitando forti proteste da parte della polizia stessa. Del resto vittime della polizia ce ne sono state diverse, anche in Europa, e il razzismo è una realtà che permea anche il vecchio continente e che la comunità di colore non è più disposta a tollerare, come mostrano le proteste a Brussel nate in seguito alle impacciate e confuse prese di posizione dei rappresentanti dell’Unione Europea dopo la morte di George Floyd.

Non so se abbiamo mai sperimentato questo tipo di sfida globale al razzismo e alle conseguenze della schiavitù e del colonialismo”, conclude Davis. “Questo è un momento cruciale. Questo è un momento di possibilità, ma non significa che ci viene offerto un nuovo futuro. Ciò che ci viene offerto è la possibilità di ripensare e ricreare il futuro”.

Molto di questo futuro passerà dalle elezioni presidenziali del prossimo autunno: la rielezione di Donald Trump potrebbe avere conseguenze disastrose per il movimento o anche portare a un inasprimento delle proteste e a un aumento della violenza da entrambe le parti. Una vittoria del candidato democratico Joe Biden, tuttavia, non sembrerebbe garantire un reale cambiamento nella situazione.