I bambini sono più vulnerabili all’inquinamento ambientale rispetto agli adulti. In proporzione al loro peso respirano più aria, bevono più acqua e mangiano più cibo. Fino a una certa età mettono più spesso le mani in bocca. Hanno più difficoltà ad abbattere ed eliminare i contaminanti che entrano nel loro corpo. Infine i bambini hanno loro malgrado più tempo per sviluppare le malattie da esposizioni ambientali nel corso della vita rispetto agli adulti che cominciano più tardi.
Ma non sempre basta conoscere il pericolo per evitarlo…
Roma, 17 novembre 2021, zona Settebagni
La sveglia suona alle sette. Emilio fatica a svegliarsi a quest’ora, ma deve sbrigarsi, via Salaria la mattina non fa sconti. Se non riescono ad uscire di casa prima delle sette e mezza, lui e la mamma rischiano di ritrovarsi in coda nel traffico e di arrivare tardi a scuola. Ma c’è comunque un costo da pagare… All’interno delle automobili i livelli di inquinanti sono spesso più alti rispetto a fuori. I veicoli infatti non sono costruiti per essere ermetici e gli inquinanti entrano nell’abitacolo attraverso le prese d’aria e le altre aperture e vengono fatti ricircolare. Per avere un’idea, le concentrazioni possono essere da nove a dodici volte superiori all’interno dei veicoli rispetto a quelle lungo la strada.
Che poi oggi sarebbe anche il compleanno di Emilio, 10 anni! Tuttavia, li avrebbe potuti compiere anche il mese prossimo se la gravidanza di Giovanna non fosse stata così complicata, tra minacce di aborto e problemi vari. Emilio è nato pretermine, come dicono i medici… ma poteva andargli anche peggio. L’inquinamento atmosferico provoca danni alle persone documentati da un’enorme mole di evidenze scientifiche, ma è pericoloso in particolare per i bambini… anche prima della nascita. Uno studio pubblicato sulla rivista PLOS Medicine si è occupato del suo impatto sugli esiti di nascita in tutto il mondo. Dai dati disponibili è emerso che l’esposizione al PM2,5 (particelle 30 volte più sottili di un capello umano) è collegata a quasi sei milioni di nascite premature e a circa tre milioni di bambini sottopeso in tutto il mondo. “Poiché questi indicatori di salute perinatale sono fattori chiave della mortalità precoce, in particolare nei paesi a medio e basso reddito”, spiegano gli autori dello studio, “riducendo l’inquinamento atmosferico si avranno probabilmente benefici sostanziali per la salute neonatale e infantile”.
Colazione veloce, non se ne può fare a meno anche se è già tardi: latte con i suoi cereali preferiti… ma forse variare spesso sarebbe una scelta più ragionevole. Nel corso di una prova condotta dalla rivista tedesca Öko-Test sulle 50 marche più famose di cereali da colazione, in molti casi sono state trovate tracce di glifosato e di altri inquinanti, come pesticidi e acrilammide, a volte perfino di micotossine.
Un passaggio in bagno, poi lo zaino da preparare. La mamma lo chiama, ci sta mettendo troppo, ma non è solo la poca voglia di andare a scuola che lo trattiene. Vorrebbe infatti passare più tempo a casa: dalla scorsa settimana ha una nuova cameretta, vernice fresca, mobili nuovi…ancora non è riuscito a godersela. Ma Emilio non sa che a conti fatti è stata una fortuna… Oltre all’inquinamento “outdoor”, classicamente quello provocato dalle industrie e dal traffico automobilistico, esistono moltissimi inquinanti indoor con effetti negativi che vanno dalle allergie ai tumori, per esempio i materiali da costruzione. I mobili nuovi e la vernice fresca emettono a composti organici volatili (i VOC) come la formaldeide che per brevi esposizioni sono irritanti e allergizzanti per le vie respiratorie e per la pelle, mentre sul lungo termine possono rivelarsi potenziali cancerogeni. Per proseguire ci sono i perfluorocarburi, repellenti delle macchie applicati ai tessuti e alla moquette e gli ftalati, che vengono aggiunti alle materie plastiche per renderle più flessibili, ma si tratta di una lista davvero lunga, impossibile da esaurire qui. Tra gli inquinanti interni c’è anche il piombo che è stato usato per le pitture domestiche fino agli anni ‘70 e rappresenta uno dei metalli più pericolosi per i bambini perché può avere effetti sulla salute a livelli molto bassi.
Emilio e la mamma si fiondano in macchina e miracolosamente riescono ad arrivare giusto in tempo per l’apertura dei cancelli, ma quando Emilio incrocia lo sguardo della mamma al momento del saluto, gli si materializza davanti il profilo severo del suo spray al salbutamolo. Per la fretta ha dimenticato di rimetterlo nello zaino dopo la mezza crisi di ieri, ma nell’ultimo periodo la sua asma non lo lascia in pace. Giovanna dovrà tornare a casa e riportarglielo. Secondo uno studio recente pubblicato sulla rivista Environmental Health, dopo una settimana di aumento dell’inquinamento atmosferico si verifica un “enorme” incremento del numero delle visite ai bambini con problemi di asma da parte dei medici di base. Un aumento che riguarda anche le prescrizioni di inalatori. Alla fine del 2020 Ella Adoo-Kissi-Debrah, una bambina di 9 anni morta per un attacco di asma, è stata dichiarata prima vittima ufficiale dell’inquinamento atmosferico in Gran Bretagna in base a una sentenza che ha già fatto epoca. Il medico legale Philip Barlow del tribunale, commentando che i livelli di biossido di azoto (NO2) vicino alla casa di Ella superavano le linee guida sia dell’OMS sia dell’Unione europea, ha aggiunto che “c’è stata un’incapacità riconosciuta di ridurre i livelli di biossido di azoto” e anche che “una mancanza di informazioni fornite alla madre di Ella potrebbe aver contribuito alla sua morte”. “Ella è morta di asma a causa dell’esposizione a un eccessivo inquinamento atmosferico”, recitano le sue conclusioni.
A scuola va come al solito. Emilio non si distingue come uno degli studenti più brillanti, anzi, ma è uno che lavora sodo, non è l’impegno che gli manca e per ora sembra bastare. Uno studio della Columbia University ha seguito per oltre un decennio 200 bambini provenienti da diversi quartieri operai di New York scoprendo che quelli cresciuti in aree con alti livelli di inquinamento dell’aria hanno più probabilità di avere difficoltà con l’ortografia, la comprensione di quello che leggono e la matematica.
Finalmente l’ora del pranzo. Oggi a mensa hanno pensato a lui e alla sua festa. “Se non ve ne siete accorti, è il compleanno di un vostro compagno, facciamogli tutti un bell’applauso”, ha proclamato la cuoca portando i piatti a tavola. Il Salvagente ha recentemente inviato una lettera aperta ai ministri della Salute e dell’Istruzione per “evitare che nei piatti dei nostri figli finiscano i Pfas”. Un appello, condiviso e firmato da decine di associazioni scientifiche e della società civile, che dà seguito all’inchiesta da cui emergeva il sospetto della presenza delle sostanze cancerogene nei piatti, nei bicchieri e nelle posate compostabili distribuiti nelle mense scolastiche. I Pfas (per-fluoro-alchili) sono potenziali cancerogeni e interferenti endocrini, e secondo l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) sarebbero perfino in grado di ridurre l’efficacia dei vaccini.
All’uscita c’è il papà ad aspettarlo: prossima tappa la scuola calcio. Anche con i finestrini chiusi, in macchina arriva il cattivo odore. Il Tmb, il deposito rifiuti Ama, è stato chiuso dopo l’incendio di tre anni fa ma continua a “puzzare”. Meno, molto meno, ma l’incubo degli abitanti del quartiere fatica a farsi dimenticare. Emilio ogni tanto ripensa ancora al tanfo che arrivava a folate durante gli allenamenti, i genitori che si lamentavano, il fastidio agli occhi. Papà dice che se non ci fosse stato l’incendio la gente avrebbe fatto da sé… Nausea, vomito, mal di testa, irritazione degli occhi e delle vie aeree, disturbi del sonno e dell’alimentazione, tutti effetti in genere di breve durata che terminano poco dopo l’esposizione all’inquinamento odorifero, ma possono rivelarsi più gravi in chi soffre di asma e di altre patologie polmonari o di ipersensibilità. E al primo posto tra le cause dei cattivi odori ci sono gli impianti di trattamento di rifiuti urbani che producono, tra le altre sostanze, il famigerato acido solfidrico…
Alle sei e mezza Emilio è di nuovo a casa, si libera della giacca, dello zaino e si infila in stanza. Fuori è già buio e i fari delle macchine che sfrecciano sulla Salaria sotto le sue finestre illuminano ritmicamente il profilo del computer spento. Emilio mette mano al volume della musica che ha in cuffia per coprire il rumore di fondo che viene da fuori. Giocattoli che espongono a un livello eccessivo di decibel, rumore del traffico stradale, musica ad alto volume. Questa immersione nel mondo dei rumori provoca deficit uditivi che si manifestano già in adolescenza. Ma in età scolastica i decibel in eccesso possono portare anche a una riduzione delle funzioni cognitive, in particolare della capacità di lettura e della memoria anche quando i livelli di rumore non arrivano alla soglia di pericolo per l’udito. Ciononostante l’inquinamento acustico resta tra i rischi più sottovalutati da parte di genitori e di chi si occupa dei bambini.
Quando era più piccolo non ci faceva tanto caso ma ora sta diventando davvero insopportabile. Fatica a concentrarsi quando deve studiare e ad addormentarsi quando è a letto. Per fortuna oggi è il suo compleanno, da qualche parte è nascosta una torta con le candeline, verranno i nonni, ci saranno regali da scartare e stasera sarà così stanco che probabilmente quel rumore non riuscirà nemmeno a sentirlo…