“Le graduatorie delle strutture sono state stilate, tiene a precisare il coordinatore del progetto Walter Ricciardi, secondo rigorosi criteri scientifici”. Parliamo della “risorsa” Doveecomemicuro che qualche anno fa ha goduto di un fugace momento di celebrità. Oggi, Villa delle Ginestre a Palermo ha ancora cinque palle garantite dalla valutazione di nove utenti: palle a rischio, considerato quello che sta accadendo nella struttura dell’Azienda sanitaria provinciale rispetto alla somministrazione dei vaccini contro covid-19.
“Non ho parole per descrivere quello che ho visto questa mattina nella gestione dell’accoglienza a Villa delle Ginestre, affidata a una guardia giurata e a un’assistente sanitaria”, confessa Salvo Fedele, pediatra di libera scelta. “Avevano un elenco di vaccinati cui fare il richiamo oggi, non hanno consentito l’accesso per appuntamento. Hanno messo in pausa la piattaforma degli appuntamenti che registra da un paio di settimane un solo messaggio: non si prenotano vaccini anti-covid-19”.
Il messaggio dalla futuristica punteggiatura è ancora sul sito, non aggiornato.
“Chi aveva ricevuto la prima dose il 2 gennaio doveva presentarsi domenica 24, durante l’orario di apertura. Quale sia esattamente nessuno lo sa: tra le 8 e le 20 ma forse tra le 9 e le 19. Non so quanti fossimo ieri, un numero imprecisato tra 400 e 900, ma un numero e un elenco di persone esattamente noto agli organizzatori. La gente che arrivava non poteva contare su alcuna indicazione scritta all’esterno su come deve comportarsi ed era costretta quindi ad avvicinarsi alla porta di ingresso per chiedere informazioni. Su un foglio appeso occorreva scrivere il proprio cognome e quello sarebbe stato il turno di accesso. Qualcuno, guadagnando l’accesso al foglio, avrà pensato di scrivere in elenco anche parenti e amici nei dintorni”.
“Voci di corridoio e qualche scatto social di troppo per celebrare l’evento alimentano il sospetto che qualcuno abbia goduto di una corsia preferenziale anticipando i tempi”, ha spiegato Renato Costa, commissario per l’emergenza covid-19 a Palermo. “Se è accaduto chi lo ha fatto se ne assumerà la responsabilità”. La soluzione sarebbe in un’autocertificazione: “Non a caso e per evitare che qualcuno provi a fare il furbo la facciamo compilare facendo dichiarare di lavorare in una struttura dell’Asp”.
Voci di corridoio e qualche scatto social di troppo per celebrare l’evento alimentano il sospetto che qualcuno abbia goduto di una corsia preferenziale anticipando i tempi.
La fotografia della somministrazione dei vaccini fatta da Salvo Fedele entra nei dettagli: “Quasi tutti quelli che arrivano hanno con loro i moduli scaricati nel sito aziendale, ma non vanno più bene. Lo si scopre da qualcuno che ha già il modulo in mano e allora bisogna avvicinarsi nuovamente alla porta di ingresso e aspettare le urla dell’assistente sanitaria o della guardia giurata per recuperarli. I nuovi moduli sono gli stessi di prima ma con la primula ben evidente. Sono sempre i soliti predisposti dalla Pfizer ma il nuovo look è indispensabile per accedere all’edifico con le carte in regola”. La regia – spiega Fedele – è del responsabile del dipartimento di prevenzione della Asp di Palermo. Ogni tanto si fa vivo all’esterno dell’edificio per verificare che tutto sia … nel caos reso più complesso dalla compresenza di diritti diversi. “Operatori del 118 e delle Usca devono fare nuovi foglietti a parte” sentenzia la guardia giurata. Il racconto prosegue: “Le tensioni tra i turni aumentano e l’assistente che regola il tutto all’ingresso ha un’idea brillante: per ogni cinque che entrano con il turno normale entra un operatore della fiera”. Per ogni problema (reso) complesso esiste una soluzione sbagliata a portata di mano.
Il bicchiere è mezzo pieno, però, e non solo per la pioggia scrosciante: “Appena dentro l’atmosfera è molto diversa”, dice Salvo. “Belle facce di ragazzi e ragazze giovani e motivati; tutte persone che si esprimono con gentilezza e delicatezza. Un’infermiera vede lo stato della mia giacca tutta bagnata per la pioggia accumulata nell’attesa e non può fare a meno di dirmi ‘Mi spiace’”.
Il bicchiere è mezzo pieno anche per Matteo Bassetti: “Siamo in crisi di governo da dieci giorni e l’epidemia paradossalmente è andata meglio”. Il coordinatore per l’appropriatezza della gestione covid-19 di Agenas puntualizza: “Questo perché l’epidemia è stata gestita dalle regioni. Se ci si fosse appoggiati di più alle regioni, che hanno il polso del territorio, magari con una regia centrale, ma non con una gestione centralizzata, forse oggi non saremmo dove ci troviamo”.
Siamo in crisi di governo da dieci giorni e l’epidemia paradossalmente è andata meglio.
Quindi più ci si avvicina al territorio, più si scende di livello e maggiore è la qualità? “In ogni organizzazione gerarchica esistono responsabilità personali. Nell’organizzazione di file multiple, nell’organizzazione di accessi privilegiati, nell’organizzazione meticolosa della banalità del caos il ruolo del comandante in campo è molto più importante di quello del generale di brigata”, dice Fedele. “Non mi permetto di fare facili esempi storici, ma davvero la storia insegna in questa materia. Un comandante periferico non è meno responsabile del suo diretto superiore in molte occasioni; ha spesso e per varie ragioni le mani legate, ma lo scrupolo che descrivo nel mio post nell’organizzare il caos non può che avere una sola interpretazione: quel comandante sul campo è il principale responsabile di quel degrado”.
Non c’è una conclusione, anche perché domani e dopodomani qualcosa di simile accadrà di nuovo a Palermo o altrove. C’è solo da riflettere con amarezza sull’assenza di preparazione e sull’incapacità di rispondere con prontezza e in maniera adeguata ad un evento catastrofico come la pandemia. E sulla possibilità che ancora oggi si ricorra intenzionalmente alla costruzione del caos per coprire inefficienze e malaffare.