La composizione del microbiota dell’epidermide umana è fortemente influenzabile dalle abitudini igieniche personali. In parole più semplici, la pulizia favorisce la variabilità dei ceppi batterici presenti sulla pelle e impedisce il “predominio” di ceppi potenzialmente pericolosi – o almeno lo rallenta e lo combatte. Questo principio vale per tutta l’epidermide, ma soprattutto per le zone più “nascoste”, che a volte vengono colpevolmente trascurate durante le abluzioni quotidiane. In parole ancora più semplici, avevano ragione le nonne o le mamme quando da bambini ci raccomandavano di lavarci bene (“Col sapone!”) dietro alle orecchie.
Lo hanno dimostrato i ricercatori del Computational Biology Institute della George Washington University coordinati dal professore di Bioinformatica Marcos Pérez-Losada, che hanno pubblicato uno studio sulla rivista “Frontiers in Microbiology” sul microbiota dell’epidermide umana costruito proprio per verificare la validità di quella che loro stessi hanno chiamato affettuosamente “l’Ipotesi Nonna”, “the Grandmother Hypothesis”. Spiega Keith Crandall, direttore del Computational Biology Institute: “Mia nonna si raccomandava sempre di lavarmi bene dietro le orecchie, tra le dita e nella rientranza dell’ombelico. Ci siamo chiesti: in queste zone del corpo – che spesso sono meno pulite – vivono batteri diversi? E se sì, che caratteristiche hanno?”.
Il microbiota che vive sull’epidermide umana interagisce con il nostro sistema immunitario in molti modi complessi che in alcuni casi possono essere definiti simbiotici: di fatto ci protegge dall’attacco di diversi patogeni, è coinvolto nel processo di guarigione delle lesioni epidermiche e nello “smaltimento” o “digestione” di numerose sostanze prodotte dal corpo o di provenienza esterna. È costituito da molti milioni di batteri e rivaleggia in complessità e biodiversità con il più “famoso” microbiota intestinale.
Dopo aver raccolto e analizzato centinaia di campioni da tutte le zone dell’epidermide umana, i ricercatori hanno scoperto che le zone del corpo che ogni giorno vengono lavate presentano una drasticamente più spiccata biodiversità per quanto riguarda i ceppi batterici presenti e in media una “popolazione” di microrganismi più utili o inoffensivi, mentre nelle parti “nascoste” e “sporche” dell’epidermide sono più presenti e dominanti ceppi di batteri aggressivi e dannosi per la salute. “Quando ceppi batterici dannosi prendono il sopravvento nel microbiota possono causare eczema, acne, infezioni, infiammazioni e altre patologie cutanee”, spiega Crandall.
Mamme e nonne avevano ragione. Lavatevi dietro alle orecchie. Con il sapone. Tutti i giorni.