Il freddo e l’umidità – anche se intensi – non possono in alcun modo causare, da soli, malattie respiratorie. Tosse, raffreddore, mal di gola e sindromi influenzali sono causati dall’infezione da parte di virus o batteri, a volte in contemporanea. Perché allora l’esposizione a freddo e pioggia spesso porta con sé patologie di questo genere? Perché queste patologie dilagano in determinati periodi dell’anno? Che relazione esiste tra agenti patogeni, temperatura esterna, umidità e stagioni? Da decenni ormai gli scienziati si pongono questi interrogativi, e al momento le risposte più convincenti sono due.
La prima è che in autunno e inverno, in presenza di temperature medie più basse, i ceppi virali e batterici responsabili delle patologie respiratorie sono più diffusi perché si tratta di condizioni ambientali che in qualche modo “gradiscono” e quindi, essendo tali microrganismi più numerosi nell’aria attorno a noi (che attraverserebbero come enormi sciami di insetti o banchi di pesci che noi non riusciamo a vedere a causa delle loro dimensioni microscopiche), aumenta la probabilità di infettarci e poi di trasmettere l’infezione, in un periodo peraltro in cui tipicamente si passa più tempo in ambienti chiusi e affollati.
La seconda è che le condizioni ambientali tipiche dell’autunno e dell’inverno alle nostre latitudini in qualche modo influiscano negativamente sulla performance del nostro sistema immunitario, rendendoci più vulnerabili alle infezioni. I meccanismi biologici alla base di questo fenomeno però non sono ancora chiari, anche se uno studio recentemente pubblicato sul “Journal of Allergy and Clinical Immunology” potrebbe aver svelato l’arcano. Un team di ricercatori coordinato da Benjamin S. Bleier del Department of Otolaryngology, Massachusetts Eye and Ear Infirmary della Harvard Medical School di Boston ha scoperto che le basse temperature portano a un declino della risposta immunitaria nelle nostre cavità nasali.
Precedenti studi avevano dimostrato che uno dei componenti della risposta immunitaria contro gli agenti patogeni delle vie respiratorie è il rilascio di sciami di particelle capaci di legarsi alla membrana cellulare chiamate vescicole extracellulari (EV) da parte delle cellule che rivestono la nostra cavità nasale. Le EV trasportano un carico di DNA, RNA e proteine che possono impedire ai virus di invadere le nostre cellule scatenando l’infezione. Si è dimostrato che un calo delle temperature esterne di soli 5 gradi già è in grado di indebolire sensibilmente questa risposta immunitaria diminuendo significativamente il rilascio di EV e la risposta antivirale mediata da questi EV a causa del brusco calo di miRNA antivirale prodotto e dell’espressione di proteine di superficie da parte delle EV.
“Riteniamo che questi risultati offrano una delle prime vere spiegazioni meccanicistiche e biologiche del motivo per cui le persone hanno maggiori probabilità di essere attaccati da virus e batteri che causano infezioni delle vie respiratorie superiori”
Spiega Benjamin Bleier: “Abbiamo scoperto che il calo delle temperature riduce questa risposta immunitaria innata nel naso, diminuendo non solo la quantità di vescicole extracellulari ma anche la loro qualità. Questa risposta ridotta può rendere il virus più capace sia di attaccarsi che di infettare le cellule nasali. Riteniamo che questi risultati offrano una delle prime vere spiegazioni meccanicistiche e biologiche del motivo per cui le persone hanno maggiori probabilità di essere attaccati da virus e batteri che causano infezioni delle vie respiratorie superiori in climi più freddi”.