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Essere vegetariani è anche una questione genetica?


Il vegetarianismo potrebbe non essere solo una scelta etica e nutrizionale, ma potrebbe essere influenzato dal corredo genetico delle persone. Nello specifico, potrebbero esserci caratteristiche genetiche che di fatto impediscono a una percentuale di persone di seguire una dieta vegetariana. Lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista PLOS One.

“Molte persone che vogliono essere vegetariane forse non sono in grado di diventarlo”, afferma Nabeel Yaseen, della Feinberg School of Medicine della Northwestern University. Yaseen e i suoi collaboratori hanno confrontato il DNA di circa 330.000 persone, utilizzando i dati di una Biobanca britannica. Lo studio ha coinvolto 5.324 vegetariani che non avevano mangiato carne animale o prodotti derivati per almeno un anno. I ricercatori della Northwestern University hanno individuato 34 geni coinvolti – dei quali 3 RIOK3, RMC1, e NPC1 – strettamente correlati alla capacità o meno di gestire una nutrizione priva di grassi animali perché coinvolti nel metabolismo dei lipidi.

“Un’ipotesi, altamente speculativa, è che forse nella carne ci siano uno o più nutrienti lipidici di cui alcune persone hanno bisogno e altre no”

“Quello che possiamo dire per il momento è che questi geni hanno qualcosa a che fare con il vegetarianismo”, spiega Yaseen. “Forse i vegetariani hanno diverse varianti di questi geni che li rendono capaci di seguire una dieta vegetariana rigorosa. Un’ipotesi, altamente speculativa, è che forse nella carne ci siano uno o più nutrienti lipidici di cui alcune persone hanno bisogno e altre no”.

“L’idea che alcune persone potrebbero trovare più facile seguire una dieta vegetariana a causa della predisposizione genetica è interessante”, afferma Christopher Gardner della Stanford University. “Ma gli impatti sulla salute umana e sulla salute del pianeta sarebbero significativi anche se le persone riducessero semplicemente la quantità di carne che mangiano ogni settimana. C’è chiaramente un vantaggio importante – e probabilmente un vantaggio più realistico – nel ridurre la carne senza eliminarla completamente”, conclude Gardner.