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Photo by vazovsky /

A lezione di porno


Un minuto, sessanta secondi. Cosa mai si può fare in un minuto? Su Pornhub si può fare tantissimo: ogni minuto sulla piattaforma arrivano 63.992 nuovi visitatori, vengono visti 207.405 video porno, effettuate 57.750 ricerche, caricati 12 video e circa due ore di contenuti mentre 7708 gigabyte di video sono trasferiti in tutto il mondo. Sempre in un minuto gli utenti di Pornhub complessivamente guardano 13.962 profili, seguono altri 593 utenti, accettano 167 richieste di amicizia, inviano 122 messaggi, votano 271 video e lasciano 22 nuovi commenti. Nel 2018 Pornhub ha avuto oltre 33,4 miliardi di visite, quasi 100 milioni al giorno, per lo più da parte di giovani al di sotto dei 34 anni.

Dunque, anche se l’industria pornografica non sta vivendo un’epoca d’oro, come quella degli anni Settanta, per lo meno secondo l’attrice Stoya, è comunque in ottima salute e fa parte della vita quotidiana di milioni di persone che vi accendono facilmente e gratuitamente ovunque e in ogni momento attraverso il proprio smartphone. Per quanto riguarda l’Italia, secondo il rapporto Eurispes “Sesso, erotismo e sentimenti: i giovani fuori dagli schemi”, sette giovani su dieci guardano film porno.

E questo non è nè bene nè male, è un dato di fatto. Una realtà che indica che con i ragazzi di porno si dovrebbe parlare di più, per dare loro gli strumenti necessari – come si fa con altri media, dalle serie TV ai videogiochi – per guardarlo in modo critico e sano. Per non lasciare che i film pornografici siano usati alla stregua di video tutorial per capire come funziona il sesso in una relazione.

Molte delle persone che crescono guardando film porno, pensano in qualche modo che quello che stanno guardando è quello che dovrebbero fare, invece di (guardare porno per) scoprire quello che vogliono”, racconta la regista pornografica Jackie St. James a Kat Lonsdorf di Npr.La pornografia non è educazione sessuale e non dovrebbe essere mai guardata in quel modo”, spiega. Secondo St. James, chi fa film pornografici non dovrebbe essere caricato di questa responsabilità e ricorda che la pornografia è fantasia, è un prodotto creativo, non una documentazione della realtà.

Io penso che se anche i millennials parlano più di sesso (rispetto alle generazioni precedenti, ndr), non parlano più di porno”, racconta Danielle Brinker, studentessa della Cal State University di Long Beach, secondo la quale questo può portare a problemi di comunicazione nella coppia e a tacite ma pressanti aspettative. “Non so davvero se il mio ragazzo abbia visto il porno o meno (…). Ho l’impressione che abbia portato delle aspettative nel rapporto e talvolta sto male perché non posso soddisfare tali aspettative. Quindi sento come se qualcosa non andasse in me”.

Brinker è una studentessa del corso di “Cultura Pop e media” di Shira Tarrant, autrice anche del libro “The Pornography Industry: What Everyone Needs to Know”. Consapevole di questo vuoto di conversazione, Tarrant dedica ogni anno un’intera lezione del suo corso a questo argomento. “I miei studenti sono spesso immersi (nel porno, nrd), ma non hanno l’opportunità di parlarne né hanno strumenti per analizzarlo criticamente”, spiega. “Quando le persone guardano gli stuntman sanno che è tutta una finzione. Quando vai al cinema sai che il video è stato editato”, prosegue, sottolineando che la stessa cosa non avviene quando si tratta di pornografia. In quel caso c’è una disconnessione tra realtà e finzione, e i piani si mescolano.

Talvolta sto male perché non posso soddisfare quelle aspettative quindi sento come se qualcosa non andasse in me.

Sembra infatti che sia difficile per chi li guarda comprendere la natura artificiosa dei film pornografici. Come spiega Kat Lonsdorf invece, il sesso che si vede nei film porno (e nei film in generale) è controllato, cronometrato, diretto. Questo è evidente su un set, dove oltre agli attori ci sono regista, tecnici del suono o delle luci, costumisti, sceneggiatori, truccatori. “Penso che sia importante chiarire che questo non è reale, nel senso che non si tratta di una vera connessione tra due persone. Spesso sono due estranei che fanno sesso e fanno quello che, solitamente un uomo, dice loro cosa devono fare”, spiega St. James.

Relegando il porno nella lista degli argomenti tabù, molto più giù del sesso all’interno di una relazione,  si costringono i ragazzi e le ragazze a imparare a proprie spese, come spiega Maggie Jones sul New York Times. Il pezzo del Times è incentrato su un’iniziativa mirata ad aiutare i più giovani a creare relazioni sentimentali e sessuali sane. E questo passa anche attraverso il ricucire questa disconnessione.  Si tratta di un corso di “porn literacy”, letteralmente alfabetizzazione pornografica, offerto in alcuni licei di Boston. Il corso ha il nome ufficiale di “The Truth About Pornography: A Pornography-Literacy Curriculum for High School Students Designed to Reduce Sexual and Dating Violence” (ovvero “La verità sulla pornografia: un corso di alfabetizzazione pornografica per studenti di scuola superiore progettato per ridurre la violenza sessuale e nelle relazioni sentimentali”).

“So che la nostra società non è ancora pronta, ma la pornografia dovrebbe far parte dei programmi di educazione sessuale nelle scuole medie e superiori”, dice Lisey Sweet, ex ricercatrice e attrice porno di 29 anni. “In fondo cosa pensi sia più probabile che accada, che incontrino prima il porno o prima il sesso? Molto più probabilmente porno”. A darle ragione, come riportato nell’articolo del nytimes, Bryant Paul, professore associato alla scuola di media dell’Indiana University, secondo il quale i ragazzi hanno in media circa 13 anni, e le ragazze 14 anni quando vedono per la prima un film porno. Spesso quindi prima di avere un rapporto sessuale. E si ritrovano poi a doversi confrontare con la realtà.

La pornografia dovrebbe far parte dei programmi di educazione sessuale nelle scuole medie e superiori.

Io ho realizzato che i film porno non erano realistici quando ho cominciato a fare sesso (..) ho imparato presto che è necessario costrurire un legame, come sono necessari molti altri fattori che vanno a creare quello che funziona per ciascuna persona e per le diverse coppie”, spiega David Cruz, un altro studente di Shira Torrant, intervistato da Kat Lonsdorf. “Questa conversazione è già in ritardo”, prosegue, ricordando che l’accesso al porno è sempre più facile e alla portata di sempre più persone. “Non si torna indietro, diventerà sempre più grande e dobbiamo adattarci”.