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Photo by Terrasque / CC BY

Piero Angela: 90 anni di storia (e di scienza)


Dalla radio fino a Superquark, al Salone Internazionale del Libro di Torino, sua città natale, Piero Angela ha ripercorso i decenni di carriera che ne hanno fatto il padre della divulgazione scientifica in Italia. Parte integrante del racconto divertenti aneddoti personali e la fatica del mestiere di divulgatore.

Angela ha confessato, esempio, di essere stato per qualche tempo il secondo della classe alle elementari. Un momento di gloria durato poco: il suo rendimento ha iniziato presto a calare perché trovava lo studio molto noioso e l’insegnamento una punizione, sia a scuola sia a casa, dove studiava musica. “Avevo una forte vocazione musicale. Studiavo piano con una maestra che mi insegnava le scale, gli arpeggi. Quando veniva a casa, sia io che mia sorella ci chiudevamo in bagno. I miei si sono rassegnati”. La musica però non l’ha lasciata, anzi. Ha iniziato a suonare da solo diventando un bravo pianista jazz e fondando una band con gli amici dell’università, che gli permetteva di pagarsi le vacanze estive.

Il periodo degli studi in ingegneria al politecnico di Torino è quello in cui le cose cominciano a cambiare. Sono infatti gli anni in cui comincia a collaborare con il giornale radio, scrivendo alcuni testi per divertimento. Ha collaborato con la Rai, realizzando alcuni servizi durante l’estate. Ha vissuto 9 anni in Francia, a Parigi, lavorando in un telegiornale per poi tornare a Roma. Senza seguire, però, un percorso lineare: “Sono andato molto in giro, ho realizzato dei documentari e ho seguito tutto il volo del programma Apollo. In quell’occasione scoprii la tecnologia spaziale, tutto quel mondo che era la ricerca di base realizzata in un centro vicino San Francisco, dove studiano l’origine della vita per capire la possibilità che ci sia anche su altri pianeti. Lì si occupano di ricerche di base: biochimica, paleontologia, neurofisiologia. Mi sono detto: questo è quello che voglio fare da grande. Da quel momento mi sono dedicato alla divulgazione scientifica, alla tecnologia, ai temi ambientali”.

E lo ha fatto senza pregiudizi. Durante la sua carriera, infatti, Piero Angela ha scritto ben 38 libri, tra cui “Viaggio nel mondo del paranormale”, un’indagine critica sulla parapsicologia, che fa cadere nell’errore anche grandi scienziati e competenti in materia. “Ho studiato questo mondo con un atteggiamento open mind, con la mente aperta ma non così aperta che il cervello caschi per terra”. Ha ascoltato la voce di chi sosteneva questa realtà e di chi invece la contestava, sollevando molte critiche perché per alcune persone era come se avesse sconsacrato la loro religione. “Ci fu una persona molto intelligente che scrisse in un rivista più di 40 pagine di critica puntuale al mio libro. Allora io gli risposi con le mie argomentazioni in un testo altrettanto lungo. Questa persona ha cambiato idea ed è passato tra gli scettici”, ricorda sorridendo. Un’inchiesta lunga e difficile che lo ha fatto viaggiare in Israele con James Randi per incontrare, sotto mentite spoglie, il manager di Uri Geller, colui che diceva di saper piegare i cucchiai con la mente. “I suoi avvocati mi hanno minacciato tre volte. Lì ho capito cosa sono gli avvocati in America. James Randi è stato perseguito e abbiamo dovuto fare una colletta per pagargli il processo”.

C’è un largo pubblico che può e vuole accedere alla conoscenza.

Considerato, a ragione, il padre della divulgazione scientifica in Italia, Angela racconta che però il lavoro del divulgatore è ben diverso da quello dell’insegnante. La scuola deve insegnare le materie, anche quelle noiose, deve allenare la mente e dare i grandi parametri, far capire i contesti e il quadro che ci sta attorno. Il lavoro del divulgatore è invece quello di creare una mentalità scientifica, una cultura scientifica che la scuola non dà. “Io ritengo che la scuola non prepari al mondo moderno. La scienza non viene insegnata nei licei, neanche all’università. Al liceo si insegnano le materie scientifiche: matematica, biologia, chimica, ma non si insegna la scienza, il suo metodo, la sua etica, la pervasività, quanto cambia la società e soprattutto quanto cambia il mondo, essendo madre della tecnologia“.

Con questo obiettivo, grazie a una sua idea, è partito un progetto ambizioso al Politecnico di Torino che coinvolge i 400 studenti migliori dell’università e dei licei della città: un corso con degli insegnanti d’eccezione che ha come temi l’innovazione, l’intelligenza artificiale, l’ambiente, la globalizzazione, la demografia. “Nel 2050 questi giovani saranno nel pieno della loro capacità produttiva e sarà un mondo complicatissimo. La longevità insieme alla denatalità sballeranno completamente la struttura della società, che sarà completamente diversa, che dovrà sfidare il mondo e soprattutto i paesi asiatici che ora, in silenzio, si stanno preparando a queste nuove sfide. Noi prendiamo troppo sotto gamba tutto questo. Dobbiamo assolutamente cambiare registro e questo è un modo per preparare una nuova classe dirigente, o figure che avranno un ruolo nella società, anche come opinione pubblica informata. Dobbiamo prepararci a un mondo nuovo”.

Un’opportunità, questa, che non vuole escludere nessuno: le lezioni saranno accessibili online, per permettere a tutti di fruirne. “Quando scrissi il mio primo libro, ‘L’uomo e la marionetta’ che parlava del comportamento quotidiano visto attraverso i condizionamenti biologici, mi scrisse una signora da Varese dicendomi che finalmente aveva capito tutto, perché il libro era scritto in modo piacevole e scurrile. Le risposi e lei mi disse che non aveva potuto andare al di là della quinta elementare per problemi economici, ma che era molto curiosa. Ecco, lì ho capito che c’è un largo pubblico che può e vuole accedere alla conoscenza se tu gli dai la chiave giusta per accedere alla stanza del sapere. Rendere semplici le cose significa che hai studiato e hai capito. Se non hai capito non puoi divulgare”.

Piero Angela ha poi regalato un’anticipazione, scatenando l’euforia della platea. I primi di luglio, infatti, riprenderà Superquark con nove puntate. Alle prime cinque seguirà un nuovo programma, nato dalla passione per la musica del divulgatore: un viaggio tra gli strumenti musicali. “Non so se la doppia dose di Piero Angela funzionerà, vediamo”.