Un teatro dell’assurdo che, se non fosse per possibili ricadute pericolose, sarebbe semplicemente l’ennesima uscita eccessiva di Kanye West e un momento di follia televisiva da archiviare negli annali dello showbiz. È quello che è andato in scena il 1 Maggio scorso nella redazione di “TMZ on TV”, il canale dell’omonimo sito web di gossip e celebrity news, quando il cantante ha definito la schiavitù “una scelta” degli uomini e delle donne di colore che vi erano costretti (dopo averla chiamata “un trend” e “una mentalità” in un tweet una decina di giorni prima).
“Quando senti parlare di schiavitù come qualcosa che è andato avanti per 400 anni…per 400 anni? Poi ti suona come una scelta”, ha detto quasi all’inizio della sua intervista il rapper di Atlanta sotto intendendo che, se quanti ridotti in schiavitù nei secoli negli Stati Uniti si fossero ribellati più spesso e con più forza, non avrebbero dovuto aspettare tanto prima di ottenere la libertà (un’idea, tra l’altro, non originale come spiega il New York Times).
La dichiarazione di West non è certo passata inosservata e ha suscitato un’unanime condanna. La prima reazione, tuttavia, per lo meno a TMZ, è stata un generale ammutolimento. Nella redazione di quello che è uno dei blog più popolari al mondo ci si aspetterebbe un continuo brusio, un ticchettio di tastiera, telefoni che squillano in continuazione a segnalare un ritmo di lavoro intenso, Kanye o non Kanye. Invece non si sentiva neanche uno strusciare di fogli dopo l’uscita del cantante, che aveva anche appena malamente difeso le sue posizioni pro-Trump : “Io non ci capisco molto di politica, semplicemente amo Trump, è il mio ragazzo!”.
Il silenzio però non è durato a lungo. Non ci è voluto molto, infatti, prima che qualcuno all’interno stesso della redazione facesse notare al rapper l’inopportunità (o meglio la falsità) di quanto appena affermato. È bastato che West chiedesse ai presenti “Pensate che io sia libero, che stia pensando liberamente?”.
“Credo che tu non stia pensando niente. Credo che questa sia la dimostrazione di una totale assenza di pensiero”, ha risposto Van Lathan, redattore e conduttore di podcast a TMZ. “Hai diritto alla tua opinione e puoi credere a quello che vuoi. Ma ci sono dei fatti e c’è un mondo reale, e ci sono anche delle conseguenze reali a quello che hai appena detto. Mentre tu fai la tua musica e sei un artista e vivi la vita che ti sei guadagnato con il tuo genio, noialtri in questa società dobbiamo affrontare queste minacce alle nostre vite. Dobbiamo affrontare la marginalizzazione che viene dai 400 anni di schiavitù che tu sostieni siano stati una scelta per la nostra gente”.
“Vuoi libertà di pensiero? Nessun problema”, ha proseguito Lathan.“Io contrasterò il tuo pensiero libero con il mio pensiero libero. Perché il mio è radicato nella realtà che mi è stata consegnata, una realtà che ho intenzione di cambiare. Ma non lo farò illudendomi che i nemici siano nella mia stessa squadra. Francamente sono deluso, schifato e profondamente ferito dal fatto che tu ti sia trasformato in qualcosa che per me non è reale”.
No Kanye, la schiavitù non è una scelta.
Molto simili a quelle di Van Lathan anche le posizioni degli altri che hanno commentato pubblicamente questa infelice uscita di West: “No Kanye, la schiavitù non è una scelta. Farsi biondi è una scelta. Sono terribili entrambe, ma ad una si può porre rimedio più facilmente”, ironizza Trevor Noah nel suo “Daily Show”, prendendo in giro la chioma bionda del rapper di qualche tempo fa. “O meglio, quando ci penso, effettivamente la schiavitù è stata una scelta, dei bianchi (…) Normalmente non mi importerebbe di quello che Kanye West dice sulla schiavitù o sulla storia dei neri. Quello che mi fa schifo è che adesso tutti i bianchi suprematisti là fuori useranno le parole di Kanye per giustificare il proprio odio”.
“Mi ha spezzato il cuore”, ha detto invece il cantante will.i.am ospite della trasmissione televisiva Good Morning Britain “Quando sei uno schiavo, qualcuno ti possiede. Uno non sceglie di essere posseduto. (…) Quella è stata una delle dichiarazioni più ignoranti che qualcuno proveniente dalla nostra comunità avrebbe mai potuto fare riguardo i propri antenati”.
“Io spero che non sia un modo per attirare l’attenzione e vendere un album e qualche paio di scarpe”, prosegue il co-fondatore dei Black Eyed Peas, riferendosi al nuovo disco di West in uscita quest’anno (la cui data di pubblicazione è stata annunciata due volte e a oggi dovrebbe essere l’8 giugno 2018). “Io ti esorto, se veramente credi a quello che hai detto: regala le tue scarpe, regala il tuo album”, prosegue will.i.am che conlcude il suo intervento facendo notare come questa vicenda stia distogliendo l’attenzione da altri problemi ben più rilevanti: “Noi siamo qui a parlare di questo invece di parlare di problemi veri: il poliziotto responsabile della morte di (Philando) Castile è stato assolto, hanno sparato ad Alton Sterlng... Hanno forse scelto loro di essere uccisi? Queste sono le cose che accadono nella nostra comunità e mi viene da piangere a pensare che siamo qui a parlare di questo (Kanye West)”.