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Photo by SpaceX / CC BY

“Anche le cose più folli possono diventare realtà”, parola di Elon Musk


Ha l’aria sorniona di chi l’ha fatta grossa ancora una volta, e lo sa. Tuttavia quando Elon Musk si siede davanti ai giornalisti riuniti per la conferenza stampa di rito sfodera un’invidiabile faccia da poker. Quasi che, dopo uno straordinario lancio inaugurale da Cape Canaveral in Florida, il Falcon Heavy disegnato e sviluppato dalla sua SpaceX non fosse appena diventato il più potente lanciatore operativo a oggi, spalancando le porte a una nuova corsa allo spazio.

“Anche le cose più folli possono diventare realtà“, questo racconta di aver imparato osservando il suo gigante sollevarsi in aria. “Non pensavo avrebbe funzionato“, prosegue. “Quando guardo la partenza di un razzo, io vedo le migliaia di cose che possono andare storte ed è incredibile quando invece tutto funziona”. Non sono poche, infatti, le volte in cui qualcosa è andato storto nella breve storia di SpaceX: “Ho visto razzi esplodere in così tanti modi diversi che è veramente un sollievo quando invece va tutto bene. Anche la prima volta che è stato lanciato un 747 o DC-3, scommetto ci sia stato almeno un capo ingegnere che abbia pensato: ‘Non posso credere che quella roba stia volando’”.

Per quanto entusiasta del successo appena ottenuto, Elon Musk è un imprenditore di troppa esperienza per non avere già gli occhi puntati sul futuro e sugli affari che Falcon Heavy può portare alla sua azienda. “Vedere i due side boosters (i due razzi ausiliari che forniscono parte della propulsione necessaria, ndr) atterrare in maniera sincronizzata proprio come nelle simulazioni ti fa pensare che questo sia un approccio scalabile”, commenta. “Si possono immaginare un gran numero di questi razzi che atterrano, ripartono, atterrano di nuovo portando a termine diversi lanci al giorno”.

Il razzo centrale invece non è riuscito a posarsi sulla piattaforma che lo attendeva nell’Oceano Atlantico. Si è invece schiantato in acqua a cento metri di distanza. Tuttavia, questo non sembra aver scosso Musk: una seconda nave piattaforma è in costruzione e già sono previste per il Falcon Heavy due nuove missioni commerciali nel 2018. Del resto SpaceX deve rientrare di un investimento fatto su questo gioiello “maggiore di quello che mi piace ammettere […] più di mezzo miliardo di dollari”, confessa il geniale imprenditore.

L’aspetto più straordinario del Falcon Heavy è la sua capacità di trasporto. Questo nuovo razzo può far arrivare ben 54 tonnellate nell’orbita terrestre bassa (LEO – Low Earth Orbit, tra 160 e 2.000 Km dalla Terra) e 22 tonnellate nell’orbita geostazionaria (GTO, oltre i 33 mila Km). Più di così poteva solo il Saturn V, il vettore che ha portato nello spazio le missioni Apollo. L’Ariane 6, il lanciatore dell’Agenzia Spaziale Europea ancora in corso di sviluppo e il cui lancio inaugurale è previsto per il 2020, potrà portare in LEO solo tra le 12 e le 14 tonnellate e circa 10 in GTO.

“Falcon Heavy apre la strada a tutta una nuova classe di payload. Può lanciare più del doppio di qualsiasi altro razzo vettore al mondo, quindi sta al cliente decidere cosa vuole lanciare. […] Può lanciare qualcosa direttamente su Plutone e oltre”, spiega Musk. Anche se, per i viaggi interplanetari, suggerisce di aspettare che sia messo a punto il suo nuovo giocattolo. Nome in codice: BFR – Big Falcon Rocket (o Big Fuc*ing Rocket, in una versione originale e non edulcorata).Questo lancio mi fa credere che il BFR sia fattibile […] che possiamo rendere il suo design realizzabile”, spiega. Senza perdere l’ottimismo, snocciola le difficoltà che vede all’orizzonte, soprattutto legate alle temperature che si incontrano durante un rientro in atmosfera a elevate velocità.  Musk è convinto, o così dice, di poter fare i primi test di volo entro tre o quattro anni e arrivare sulla Luna poco dopo.

Parole che fanno sognare. Musk  del resto sa bene che gran parte della reputazione di SpaceX è basata proprio sulla capacità di far volare le persone con la fantasia. Lo ha confermato con la scelta del carico per il viaggio inaugurale del Falcon Heavy, che aveva l’obiettivo perfettamente raggiunto di far esplodere la risonanza mediatica dell’evento. Incastonata in cima al vettore c’era infatti una Tesla Roadster da 100mila dollari. Al volante Starman, un manichino infilato dentro una delle tute spaziali che vestiranno anche l’equipaggio dei primi lanci della Dragon Crew (la seconda versione della navicella Dragon di Space X, certificata per il trasporto di astronauti), previsti per la fine dell’anno. Grazie alle tre telecamere a bordo è stato possibile seguire in live stream su YouTube il volo della Roadster sulle note di David Bowie per ben cinque ore. L’automobile sarebbe dovuta essere liberata in un’orbita che le avrebbe permesso di seguire da lontano Marte nella sua corsa intorno al Sole. Non è andata esattamente così, l’orbita trovata da Starman è appena più ampia e ora la Tesla volerà in solo per “milioni o miliardi di anni”.

È una cosa sciocca e divertente, ma io penso che anche le cose ridicole siano importanti. Di solito con un nuovo razzo si lancia un blocco di cemento, o qualcosa di altrettanto noioso. Io credo che invece anche solo l’idea di questa cosa emozionerà le persone in tutto il mondo; manda me ancora fuori di testa”.