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Tre stelle Michelin a difesa dell’ambiente, la scelta di Dominique Crenn


Sono molti quelli che, al fine di ridurre il proprio impatto sull’ambiente hanno cambiato il proprio stile di vita e in particolare le proprie abitudini alimentari. Per esempio riducendo il consumo di carne o rinunciando completamente a consumarla. Non molti invece sono gli chef che hanno deciso di smettere di offrirla nei loro ristoranti. Una di queste è la chef stellata Dominique Crenn.

Per quanto in Italia non sia un nome noto, Dominique Crenn è famosa nel panorama gastronomico internazionale sia per la sua eccezionale abilità culinaria, sia per essere stata la prima donna ad aver ricevuto tre stelle Michelin. E sebbene una tale politica da parte di una chef di origini francesi potrebbe sembrare per lo meno sorprendente, rispecchia l’intero percorso di Crenn. L’amore per l’ambiente e l’interesse per il benessere della Terra hanno infatti origine nelle estati della sua infanzia trascorse nella fattoria della famiglia. Ed è anche grazie a quelle esperienze che ha capito quanto la provenienza e la cura del cibo ne influenzi il sapore.

Il cibo è la mia speranza e spero che con esso potrò fare del bene per l’umanità.

La chef ha deciso che questa sarebbe stata la strada seguita da tutti i suoi ristoranti dopo aver sperimentato, in sordina, tale politica nel suo Atelier Crenn per due anni, rendendola poi ufficiale solo recentemente con un’intervista alla CNN.  “Sono una chef, un’artista, un’attivista e una donna! (…) Mi sento veramente fortunata ad avere la possibilità di poter parlare per altri che non hanno questa opportunità (…) Il cibo è la mia speranza e spero che con esso potrò fare del bene per l’umanità”, racconta.

Crenn si è sempre interessata della provenienza del cibo, per essere certa della sicurezza degli alimenti. Inoltre, nel tentativo di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente e le emissioni di gas serra, ha creato una sua fattoria a San Francisco, la Bleu Belle Farm, così che la frutta e la verdura servite nei propri ristoranti, siano a “km zero”. Negli anni però ha realizzato che non era altrettanto facile controllare la provenienza della carne, il cui tragitto è una catena di montaggio molto complessa; ecco il perché della sua scelta e del motivo per cui continua a cucinare pesce e altri derivati animali.

La sua, dunque, non è stata una decisione del momento, ma il risultato di valori personali ben precisi. Come aveva già racconto in precedenza in un’intervista per la Guida Michelin: “Non voglio vivere avendo gratificazioni immediate, nella vita non bisogna dare nulla per scontato, anzi, sarebbe giusto vivere facendo del bene agli altri, perché questa è l’essenza dell’essere umano (…) voglio ispirare ed lasciarmi ispirata”.

Crenn è riuscita così ad essere lei stessa fonte di ispirazione e con questo gesto risoluto vuole dimostrare che un ristorante può avere tre stelle Michelin anche senza servire carne. La sua scelta troverà sicuramente il favore dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) che nei suoi ultimi dati ha confermato che “Circa il 21-27 per cento dei Gas Serra emessi è dovuto al sistema alimentare (…). Il consumo di una dieta sana e sostenibile permetterebbe una notevole diminuzione nell’emissione portando anche a un miglioramento della salute globale”.

E per una volta al primo posto non c’è il cliente, ma il benessere del pianeta.