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Vivere, lavorare e… suonare sulla Stazione Spaziale Internazionale


Se avessi potuto portare la mia famiglia lassù nello spazio con me, non sarei mai più tornata indietro”. È probabilmente sufficiente questa frase dell’ex astronauta statunitense Catherine “Cady” Coleman per capire quale impatto hanno avuto su di lei le tre missioni in orbita che ha portato a termine – nel 1995 e nel 1999 per il programma Space Shuttle (STS-73 e STS-93), nel 2010 sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Quest’ultima missione in particolare è al centro di un gustoso TED Talk della ex astronauta. Cady Coleman (che potete seguire sul suo profilo Twitter) partì nell’ambito del programma Sojuz il 15 dicembre 2010 dal Cosmodromo di Bajkonur in compagnia del russo Dmitri Kondratyev e dell’italiano Paolo Nespoli.

Il 17 dicembre, dopo due giorni di volo, la Soyuz TMA-20 attraccò alla ISS (a questo link tutti gli aggiornamenti sugli esperimenti in corso sulla Stazione Spaziale Internazionale): i tre membri dell’equipaggio rappresentavano Roscosmos (l’agenzia spaziale russa), NASA ed European Space Agency (ESA), associate nel programma ISS ed erano i primi tre membri della Expedition 27 (gli altri tre raggiunsero la Stazione Spaziale Internazionale il 6 aprile del 2011 con la Sojuz TMA-21).

La missione durò ben 159 giorni, che nel suo TED Talk Catherine Coleman racconta con accenti commossi (“Ogni mattina passavamo tantissimo tempo davanti all’oblò, contemplando il più bel panorama possibile”, cioè la Terra vista dall’alto) ma anche spiegando la quotidianità in assenza di gravità (“Volare era la mia parte preferita, mi sentivo Peter Pan”).

Se avessi potuto portare la mia famiglia lassù nello spazio con me, non sarei mai più tornata indietro.

Prima di tornare sulla Terra il 23 maggio 2011, atterrando nelle steppe del Kazakistan, Coleman – provetta flautista per hobby – ha avuto anche un’opportunità straordinaria: duettare a distanza con il leader dei Jethro Tull, Ian Anderson (qui il video dell’insolito duetto musicale), confermando che la Stazione Spaziale Internazionale non è soltanto un avamposto nello spazio, una grande impresa tecnologica e scientifica del genere umano, ma anche e soprattutto “il luogo dove missione e magia si incontrano”.