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Photo by European Space Agency / CC BY-SA

L’agricoltura del futuro non ha bisogno di terra


I coloratissimi campi di tulipani; i mulini a vento; gli zoccoli di legno; i canali di Amsterdam, Utrecht, Leida e Delft, con le sue ceramiche blu; i giochi di luce e ombra del grande maestro Rembrandt van Rijn. In queste immagini si concentra la bellezza dei Paesi Bassi, piccola monarchia che vive in parte sotto il livello del mare e che combatte la sua battaglia con l’acqua attraverso le più innovative soluzioni per controllarne il flusso.

Se i Paesi Bassi non avessero creato un sistema così ingegnoso per proteggere il terreno – fatto di mulini, sistemi di pompaggio, polder, dighe – oggi la nazione si troverebbe sommersa per oltre la metà. Ogni ettaro di terreno è stato duramente conquistato e viene costantemente difeso. Anche per questo motivo risulta sorprendente che essa sia il secondo paese al mondo per esportazione di prodotti agro-alimentari, seconda solo agli Stati Uniti, e prima in Europa. Nel 2017 ha esportato beni agricoli per un valore di oltre 100 miliardi di dollari.

Come fa una nazione così piccola in dimensioni ad essere così competitiva a livello mondiale? A rispondere è Ad van Adrichem, il direttore generale di un’azienda olandese leader nel settore dell’agricoltura che spicca per sostenibilità e innovazione, la Duijvestijn Tomatoes. In una recente intervista al World Economic Forum van Adrichem spiega come “l’Olanda sia una terra abbastanza affollata e dai costi elevati, quindi per essere competitiva la nostra azienda deve essere il più efficiente possibile. E questa competizione guida innovazione e tecnologia”.

E innovazione e tecnologia sono i cardini su cui ruota l’intensa produzione di questi agricoltori pionieristici fortemente impegnati nella biobased economy (ovvero economia basata sull’impiego di biotecnologie che adoperano biomassa per la produzione di beni e servizi o per ottenere energia). Da molti anni infatti l’azienda olandese impiega energia geotermica ed energia ottenuta attraverso la riconversione di scarti organici per diversi scopi: riscaldare le serre come anche per produrre materiali di imballaggio. Inoltre le piante crescono in un sistema idroponico (al di fuori del terreno, vedi foto in alto), in modo da utilizzare meno acqua, crescendo in sacchetti di lana di roccia che contengono sostanze nutritive. In questo modo si limita l’impatto sull’ambiente, massimizzando al contempo la resa.

Le nostre serre si estendono su una superficie di 14 ettari e produciamo circa 100 milioni di pomodori all’anno”, spiega van Adrichem, “con il 50 per cento in meno di energia e anche meno acqua. Utilizziamo tutte le nuove tecniche e tutte le innovazioni con il minimo impatto sull’ambiente”.

Un ulteriore esempio virtuoso di come l’agricoltura possa essere orientata al risultato economico parallelamente ad un impegno etico in una produzione responsabile ed ecosostenibile è rappresentato dalla Van Den Borne Farm, un’azienda agricola che ha scelto di dotarsi di tecnologie di precisione quali droni, Gps, scanner che analizzano il terreno e forniscono dati precisi, aumentando il raccolto dei loro 900 ettari e riducendo il consumo di acqua del 20 per cento.

Molte persone pensano che sia fantascienza, ma non è affatto così. Io la definirei come ‘fare la cosa giusta, al momento giusto, nel posto giusto.

Jason Van Den Borne, commentando le attività dell’azienda di famiglia, spiega che “quando abbiamo deciso di non espandere i terreni coltivati ma di aumentarne il rendimento per ogni ettaro, ci siamo resi conto che l’agricoltura di precisione era necessaria per quello che volevamo fare. Molte persone pensano che sia fantascienza, ma non è affatto così. Io la definirei come ‘fare la cosa giusta, al momento giusto, nel posto giusto’”.

Agricoltura di precisione significa infatti che sia il terreno sia il raccolto ricevono esattamente ciò di cui hanno bisogno: questo si traduce in un rendimento più alto utilizzando meno risorse e meno spazio. Con la prospettiva che nel 2050 ci saranno 10 miliardi di persone sulla Terra da nutrire, sfida resa ancora più impegnativa dall’impatto che i cambiamenti climatici stanno avendo sul terreno, è fondamentale che le innovative tecniche agricole messe in atto nei Paesi Bassi siano implementate in tutto il mondo.

A volte le soluzioni sostenibili sono più costose nell’immediato, ma a lungo termine dovrebbero essere più efficaci ed è proprio quello che stiamo osservando”, afferma van Adrichem, concludendo che “devi avere il coraggio di investire in questo genere di cose a lungo termine”.

Per saperne di più:
Viviano F. This tiny country feeds the world. National Geographic, settembre 2017.