Si terrà dal 13 al 16 aprile l’edizione 2023 de Lo Spiraglio, festival cinematografico che raccoglie film e documentari che affrontano il tema della salute mentale, organizzato dall’Asl Roma 1 e dal Comune di Roma.
Giunto alla tredicesima edizione, l’evento è diventato negli anni un punto di riferimento per chiunque si interessi al tema della sofferenza psichica, attirando – anche grazie alla presenza di ospiti del calibro di Marco Bellocchio, Paolo Virzì, Carlo Verdone, Alba Rohrwacher, Anna Foglietta e altri ancora – un numero sempre maggiore di partecipanti.
“Anche quest’anno il programma mi sembra il più bello di sempre”, ci ha detto Federico Russo, psichiatra dell’Asl Roma 1 e direttore scientifico de Lo Spiraglio. Il programma dell’edizione 2023 (accessibile a questo link) è infatti molto ricco – con sette lungometraggi e undici cortometraggi in concorso – e vede l’alternarsi di film di fiction, documentari, reportage e inchieste.
Tra i lungometraggi, ad esempio, c’è grande attesa per la proiezione di Trieste è bella di notte di Andrea Segre, Stefano Collizzoli e Matteo Calore, documentario che racconta le drammatiche vicende affrontate dai migranti che cercano di entrare in Europa attraverso la rotta balcanica.
E poi ci sono i cortometraggi. “Visionari e a volte veramente pazzi”, ci racconta Russo con un sorriso. Tra questi anche An Irish goodbye di Tom Berkeley e Ross White, film che racconta il ricongiungimento di due fratelli dopo la prematura morte della madre, appena premiato agli Oscar 2023 come miglior cortometraggio.
Un festival cinematografico con una doppia anima
Come ci spiega Russo, il festival de Lo Spiraglio nasce con “una doppia anima”. Da un lato c’è la propensione verso l’esterno, quella della manifestazione pubblica e dell’incontro con gli spettatori. Dall’altra c’è quella che guarda all’interno, che fa riferimento alla natura scientifica e clinica dell’iniziativa.
Una delle caratteristiche distintive de Lo Spiraglio, infatti, è la partecipazione attiva delle persone che fanno esperienza della sofferenza psichica. “Li coinvolgiamo nell’organizzazione del festival perché usino le loro competenze”, sottolinea Russo. “Sin da subito è nata l’idea di provare a potenziare le capacità di queste persone che, pur provenendo dalla parte sofferente del sistema, possono avere qualità particolari nel campo dell’arte”.
Da qui la volontà di indire delle borse di studio destinate alle persone che frequentano i servizi, alcuni dei quali sono poi diventati dei veri e propri “esperti” del festival. Allo stesso tempo, poi, la loro presenza all’interno dell’organizzazione permette, come ci racconta il direttore scientifico del Festival, di “rompere quel sistema istituzionale che inevitabilmente si viene a creare nell’ambito delle organizzazioni pubbliche”.
Altro valore aggiunto de Lo Spiraglio, poi, è l’incontro tra linguaggi diversi. “Io sono uno psichiatra mentre il direttore artistico è un critico cinematografico, Franco Montini, che ormai avrebbe diritto a una laurea honoris causa per tutto quello che ha imparato sulla salute mentale. Così come io ho imparato tanto di critica cinematografica. E poi ci sono i pazienti che portano la loro storia, quella più profonda della loro sofferenza”.
Questa doppia anima culturale e clinica è uno dei principi fondanti de Lo Spiraglio, fin dagli inizi. La natura del festival è infatti speculare a quello dei gruppi di psicanalisi multifamiliare ideati dallo psichiatra e psicanalista argentino Jorge Garcia Badaracco, collaboratore del gruppo romano all’inizio degli anni duemila, costituiti dall’incontro paritario tra più famiglie che vivono l’esperienza della sofferenza mentale e gli operatori sanitari che si occupano dei loro parenti assistiti.
“Uno dei pazienti mi disse ‘chiamiamolo Lo Spiraglio, diamo una ventata di luce su queste situazioni che sembrano così cupe’”
“Abbiamo portato nell’organizzazione del festival questo sistema di dialogo in cui nessuno pretende di saperne di più degli altri e tutti si mettono in una disposizione di ascolto”, ci spiega Russo. “È un sistema che a mio parare ci ha aiutato a mantenere un profilo clinico e terapeutico, perché è una cosa che prima di tutto deve fare bene all’interno. Poi speriamo che possa fare bene anche al grande pubblico”.
Appuntamento a Roma dal 13 al 16 aprile
Quest’anno le quattro giornate de Lo Spiraglio si svolgeranno in due sedi diverse: dal 13 al 15 aprile a SCENA, spazio polivalente e polifunzionale della Regione Lazio situato negli spazi dell’ex Filmstudio di Trastevere, e il 16 aprile al MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, dove si terrà la cerimonia di premiazione.
Nel corso dell’ultima serata saranno nominati i vincitori dell’edizione 2023. In particolare, saranno assegnati il Premio Jorge Garcia Badaracco – Fondazione Maria Elisa Mitre per il miglior lungometraggio, il Premio Federico Antonucci per il miglior cortometraggio, il Premio SaMiFo (Salute Migranti Forzati) per il miglior film che tratta i temi della vulnerabilità psichica legata ai fenomeni migratori e, novità di quest’anno, il Premio del Pubblico.
Come da tradizione, poi, verrà consegnato il Premio Lo Spiraglio Fondazione Roma Solidale Onlus 2023, assegnato ogni anno a un cineasta che si è distinto per la capacità di raccontare il mondo della salute mentale e della sofferenza psichica. Tra i premiati delle ultime edizioni figurano, ad esempio, Elio Germano (2022), Claudio Santamaria (2021) e Fabrizio Bentivoglio (2019). Quest’anno, invece, il Premio andrà a Roberto Andò, regista e autore di uno dei film italiani più appassionanti del 2022: La stranezza.